Ballardini disegna la nuova Lazio
La notte porta consiglio: il successo ottenuto in Europa League contro il Villarreal cambia la faccia della Lazio. Il tecnico Ballardini sembra aver trovato il giusto equilibrio in mezzo al campo grazie all'inserimento di un difensore centrale in più e l'avanzamento dei due esterni Lichtsteiner e Kolarov. Un'intuizione per preservare il talento di Foggia e alleggerire i compiti difensivi dei sue esterni. Il modulo disegnato nella ripresa contro gli spagnoli, potrebbe anche essere riproposto nella prossima trasferta di Bari. I tre centrali danno maggiore compattezza alla difesa, svincolando parzialmente dai compiti di copertura i due terzini. Il tecnico in questo modo sfrutterebbe la corsa di Lichtsteiner e la fisicità di Kolarov, più avanzato e quindi ancor più pericoloso in zona tiro. In mezzo Matuzalem sarà chiamato a dettare i tempi della giocata, mentre Brocchi dovrà essere il maratoneta del centrocampo, interpretando il ruolo di interditore. Sulle ali Foggia e Zarate, capaci - nell'uno contro uno - di creare superiorità numerica e supportare al meglio la punta centrale. Una rivoluzione tattica nata dalla necessità di esaltare il talento di alcuni interpreti, e che ricorda quella fatta a suo tempo da Tommaso Maestrelli che fece esplodere l'estro di Vincenzo D'Amico rinunciando a un'ala tattica come Manservisi e arretrando la posizione di Martini, inizialmente mediano e successivamente terzino. Una squadra - quella di inizio anni '70 - capace di fare della forza del gruppo la vera arma vincente, ma con un organico qualitativamente molto superiore a quello attuale. Per questo Ballardini cercherà di sfruttare maggiormente i giocatori di talento soprattutto per trovare la via del gol con maggiore facilità: finora la sua squadra ha segnato sette gol nelle prime otto sfide di campionato, meno una una rete a partita. Pochi, troppo pochi per chi - in avanti - ha calciatori del calibro di Zarate, Rocchi e Cruz.