"Arbitri condizionati con le grandi"
Roberto Mancini torna a parlare in un'intervista alla trasmissione «I Signori del calcio», che andrà in onda stasera su Sky Sport 1. «È sempre stato così - continua l'ex tecnico di Inter, Fiorentina e Lazio - l'importante è che non ci sia quello che c'era prima. È la vita che è condizionata dal potere economico. In tutti i lavori, non solo nel calcio». Il solito Mancini: sincero, senza peli sulla lingua. Convinto che il calcio, dopo calciopoli, «sicuramente è un po' migliorato». Libero nel pensiero e libero anche professionalmente, visto che dopo il suo divorzio con l'Inter non ha trovato ancora una squadra. «Io sto bene - assicura il tecnico jesino - penso alla domenica che uno non deve andare in sala stampa a fare le interviste per un'ora e mezza. Questo è il mio lavoro e quindi è chiaro che poi manca, però non ho fretta, perchè devo trovare qualcosa che mi dia lo stimolo giusto, la sfida giusta». «Il calcio è strano - continua - perché a volte tu pensi di non poter mai allenare una squadra e poi vai ad allenare proprio quella. Io mi ricordo ancora che andai a giocare col Bologna a Genova, contro il Genoa, l'anno che poi siamo retrocessi e ho pensato "non potrei mai stare in questa citta". Poi ci sono stato 15 anni». Non c'è la Nazionale nei suoi pensieri, anche se vincere sulla panchina azzurra lo aiuterebbe a cancellare il cruccio di non avere avuto una carriera esaltante con l'Italia. «Se uno un giorno allena la Nazionale e vince, allora sì. Potrebbe cancellare magari gli anni da calciatore in cui non sono riuscito a essere decisivo per la Nazionale». Dici Nazionale e pensi inevitabilmente ad Antonio Cassano: «Io penso che in Nazionale debbano giocare giocatori di talento, non tanto nelle qualificazioni perchè le qualificazioni l'Italia le supera sempre, però in un Mondiale secondo me conta molto la classe, il talento e quindi la partita può essere decisa anche da un giocatore che magari per un allenatore ha altri limiti. La qualità e la classe credo siano indispensabili. Io non sono l'allenatore della Nazionale, però mi dispiace che Cassano non ci sia».