Jean Todt eletto presidente della Fia
Jean Todt è stato eletto nuovo presidente della Federazione internazionale dell'automobile (Fia) con 135 voti. L'altro candidato, il finlandese Ari Vatanen, ha raccolto 49 preferenze. Le astensioni e le schede nulle sono state nel complesso 12. I dati sono stati ufficializzati dalla Fia. «La vita è fatta di capitoli» aveva detto Jean Todt nel marzo 2008, lasciando il posto di amministratore delegato della Ferrari. Oggi il manager francese (nato a Pierrefort il 25 febbraio 1946, figlio di un medico fuggito dalla Polonia allo scoppio della guerra) ne comincia uno tutto nuovo da presidente della Fia. L'ennesimo di una carriera intessuta di successi. A gennaio dello scorso anno aveva smesso i panni di responsabile della gestione sportiva Ferrari, per lasciare il posto a Stefano Domenicali. A Maranello era arrivato nel luglio 1993, dopo aver chiuso a Parigi il suo ufficio in Peugeot. Con lui vestirono in rosso Michael Schumacher (dalla Benetton), Ross Brawn e Rory Byrne. E con questo gruppo la Ferrari si trasformò nella squadra divora-mondiali. Tredici titoli: sei piloti (di cui cinque con Schumacher ed uno con Raikkonen) e sette costruttori, 98 gran premi vinti. Un cordone ombelicale tagliato definitivamente solo lo scorso 17 marzo, quando ha lasciato anche il consiglio di amministrazione. Stazza e accento da novello Bonaparte (anche se la somiglianza più gettonata è quella con l'attore Alvaro Vitali), Todt è uomo dalla ferrea determinazione. Quando si è trovato a lavorare in una squadra ha dimostrato di avere tratti e modi bruschi, fino a rischiare di apparire sprezzante, ma anche pignolo all'inverosimile, concentratissimo e capace di scegliere le persone e di motivarle. Esordì come pilota e poi copilota nei rally con la squadra Peugeot-Talbot prima di ritirarsi nell'81 ed essere assegnato a ruoli direttivi dalla stessa Peugeot, per preparare il modello 205 Turbo 16 per il Mondiale Rally del 1984, che riuscì a vincere il campionato nel 1985 e nel 1986; sotto la sua gestione le vittorie per Peugeot si allargarono a diverse serie, ai rally africani come la Parigi-Dakar (quattro volte) e la 24 ore di Le Mans (due). Ma nonostante i risultati e l'insistenza di Todt, Peugeot preferì non entrare in Formula 1 e così nel 1993 il francese accettò il ruolo di direttore alla Scuderia Ferrari. Dopo l'addio al paddock aveva assicurato di non puntare alla presidenza Fia per dedicare più tempo alla famiglia (la sua compagna è l'attrice più bella e famosa di Malesia, Michelle Yeoh; il figlio Nicolas è direttore della squadra ART Grand Prix nella serie GP2 e manager del ferrarista Felipe Massa). Ma il richiamo del posto lasciato da Max Mosley era irresistibile per Todt, che sapeva di aver ancora un importante capitolo da scrivere.