Olimpiadi 2020: ecco il decalogo di Petrucci
Petrucci ha detto basta. Il presidente del Coni ha deciso di mettere un freno una volta per tutte al proliferare di candidature italiane per le Olimpiadi del 2020, e lo ha fatto stilando, nella riunione di ieri della Giunta del Coni, un decalogo nel quale sono spiegati tutti i passaggi attraverso i quali il Comitato Olimpico scegliera la città, una sola, che rapprensenterà l'Italia nella corsa ai Giochi. Il documento contiene un'importante novità: la creazione di un Comitato ristretto che sarà formato dallo stesso Petrucci, dai due vicepresidenti Agabio e Pancalli, dal segretario generale Pagnozzi, dai cinque membri italiani del Cio e da un rappresentante degli atleti. Compito del nuovo organismo sarà quello di effettuare una prima valutazione delle candidature che poi saranno sottoposte alla Giunta e, solo dopo un'accurata preselezione, presentate al Consiglio Nazionale del Coni. Tali candidature, per essere considerate valide, dovranno essere avanzate dal sindaco della città interessata. Una tirata d'orecchie all'assessore della Regione Sicilia allo Sport Nino Strano, che non ha proposto Palermo senza coinvolgere il sindaco Cammarata. E anche il primo punto del decalogo, quello che vieta l'utilizzo dei simboli olimpici senza l'autorizzazione del Cio, è un indiretto richiamo ai siciliani, responsabili di aver creato un sito ufficiale del comitato usando come logo proprio i cinque cerchi dei Giochi. «Questo proliferare di candidature ci danneggia - ha tuonato Petrucci - per ora le uniche due città ad averci fatto pervenire una richiesta ufficiale sono state Roma e Venezia». Palermo vuole adeguarsi subito. «Nelle prossime ore io e il presidente della Regione Lombardo, in sintonia con le altre amministrazioni, invieremo la richiesta ufficiale al Coni», ha detto l'assessore Strano. Ma anche a Milano si muove qualcosa, con il Comitato provinciale del Coni pronto ad appoggiare la mozione del consigliere Guastaferro. Solo da Bari, per ora, si tace. «Ci vogliono progetti seri - ha insistito Petrucci - dobbiamo essere in grado di competere con colossi come quello per cui è sceso in campo Obama, l'uomo più potente del mondo». Stop al folklore, quindi, e basso profilo fino a quando non saranno fatte le scelte definitive. Quando, cioè, nel marzo 2010 il Coni indicherà l'unica candidata italiana.