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Rosella contro tutti

Rosella Sensi

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Rosella Sensi non parla ma scrive. Una lettera. Lunga e velenosa. Destinatari gli arbitri, il Palazzo di cui fa parte anche l'amico (o ex?) Galliani, i contestatori - solo una parte dei tifosi li definisce lei - e i giocatori. Con lo scempio di San Siro negli occhi, sbotta e annuncia un cambio di strategia, «perché il tempo del profilo basso è finito». Si chiude così la lettera della presidentessa giallorossa a due giorni dalla sconfitta di Milano confezionata da Rosetti. Sembra che stavolta sia stata sconsigliata a scriverla ma ha voluto fare di testa sua. Ecco alcuni passaggi: «Sono furiosa, anzi furibonda - specifica la Sensi - da 17 anni la mia famiglia guida la Roma e in questo lungo lasso di tempo ho avuto modo di farmi un'idea chiara del calcio giocato e del calcio parlato... Ricordo campionati in cui la Roma fu penalizzata da una serie di errori arbitrali discutibili. Non dimentico nemmeno di aver perso uno scudetto negli ultimi 45 minuti di Catania, due anni fa». Adesso sembra essersi pentita del silenzio di allora: non fu la società ma un giocatore, De Rossi, a denunciare gli aiutini&aiutoni concessi dagli arbitri all'Inter per tutta la stagione. «Ho il peso di rappresentare la Roma e per la Roma ho già chiesto rispetto. Non vorrei che qualcuno volesse approfittare del difficile inizio che quest'anno ha avuto la squadra, dalla vicenda Spalletti alla contestazione verso la società di una parte della tifoseria, pensando di trovarsi innanzi una dirigenza debole, una squadra disorientata ed una tifoseria spaccata». Poi l'attacco alla squadra. «Chiedo ai miei giocatori di compattarsi e non voglio più sentire frasi come "Sapevamo come sarebbe finita", così come chiedo a Ranieri di continuare ad infondere forza e carattere a questa squadra che domenica ha dimostrato di essere ancora una delle potenziali leader del campionato. Ed infine chiedo ai tifosi, anche a quelli scontenti che contestano la sottoscritta, di unirsi e remare tutti verso un'unica direzione». La chiosa finale sulle prossime mosse: «Io farò i conti solo alla fine e non ho paura di nessuno. Siamo pronti ad accettare ogni errore commesso dagli arbitri, ma i tre minuti di recupero concessi a San Siro dopo una valanga di ammonizioni ed un espulso, con barelle e perdite di tempo, prima o poi me li dovranno anche spiegare. Perché il tempo del profilo basso è finito e sono decisa a farmi sentire nei modi e nelle sedi opportune». Servirà a qualcosa?

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