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Sport e scuola il matrimonio è fallito

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Temapesante, i rapporti tra politica e sport, e svolgimento a corrente alternata. Se n'è parlato a Roma, per iniziativa dell'Associazione Stelle al Merito presieduta dal sen. Luigi Ramponi. A trattarlo, mezzo gotha dello sport nazionale, in testa Gianni Petrucci, con i presidenti federali Abete, calcio, Agabio, ginnastica, Arese, atletica, Barelli, nuoto, Morzenti, sport invernali, Pancalli, comitato paralimpico, e una forte rappresentanza politica, con il sottosegretario Rocco Crimi, i parlamentari Patrizia Bugnano, Luciano Ciocchetti, Giancarlo Giorgetti, Giovanna Melandri, e con la benedizione pastorale di Gianni Letta, da tempo depositario dell'eredità andreottiana nella rivendicazione dell'autonomia dello sport. La quale autonomia, con qualche caduta retorica, è stata sostanzialmente ribadita in tutti gli interventi. Ma più d'uno ha sottolineato come di vera autonomia non possa parlarsi fin quando il finanziamento del CONI rimarrà condizionato, quale che sia il colore della componente politica al comando, dalle scelte governative del momento. Si è parlato di rispetto dei ruoli, di difesa dell'associazionismo, dell'incidenza dell'attività sportiva nel PIL dell'Unione europea (3,4 %), della politica della salute quale manifesto programmatico del XXI secolo, di necessità che le politiche pubbliche, anche in ambito territoriale, si mettano al servizio della dimensione sociale dello sport. Si è parlato, anche esprimendo dubbi in proposito, dei provvedimenti in esame riguardanti l'impiantistica, dell'opportunità che a fianco delle costruzioni si studino le gestioni, che si guardi con allarme alle speculazioni e agli sprechi legati alla mina vagante degli Europei di calcio 2016. Un ventaglio di argomenti ampio, dunque, e sostanzialmente convincente. Ma con un vuoto che impone una riflessione finale. Il tasto più battuto - non sappiamo con quale reale consapevolezza del problema e degli interventi da porre in atto - è risultato quello del rapporto tra scuola e sport. E poiché è uno dei tasti irrisolti della società italiana, e poiché è fin troppo sfacciata l'ambiguità di uno Stato che da decenni riduce i propri interventi solo al finanziamento dello sport di vertice, nulla curandosi del resto, ogni variante volta ad analizzare il rapporto tra politica e sport non fa che sottolineare, di quel vuoto, l'imperdonabile presenza, e, di quel matrimonio, il fallimento.

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