Referendum tra i tifosi sul sorteggio
Sento l'orma dei passi spietati. È quasi una rincorsa al carro del perdente. Dico della truppa che all'improvviso s'è adunata per contestare la condotta dei direttori di gara per invocare il Sorteggio Arbitrale: appello che lancio da anni, inascoltato. Esattamente da quando il Verona, nel 1985, vinse il suo memorabile scudetto. Grazie agli arbitri sorteggiati. La cosa è talmente dispiaciuta, agli arbitri, che nel tempo hanno costruito intorno a quella riforma una rassegna bugiarda di testimonianze false destinate a screditare l'impeccabile stagione gialloblù. E ancora ieri, quando ho pubblicamente rilanciato il concetto, ho sentito il presidente Abete respingerlo «perché dimostrerebbe sfiducia nella classe arbitrale». A parte che non ci credo, perché il Mistero Agonistico si gioverebbe soltanto del Mistero Arbitrale, deve dirmi l'amico presidente che significato ha dato alle parole dell'emozionato Daniele Pradè: erano per caso apprezzamenti per l'operato di Rosetti oppure severissimi sospetti sulla sua equità? E quel che hanno detto e scritto di Orsato può valergli la promozione sul campo a Arbitro Internazionale? Se la Roma lamenta in termini di assoluta (quanto giustificata) gravità i danni ricevuti dall'Arbitro Principe che già si è messo sulla sua strada, queste accuse non ricadono forse sull'intera categoria? E la gravità degli svarioni del Principe Ereditario Orsato non mette in discussione anche il futuro della categoria? Come valutare la reazione dei romanisti che - dice Pradè - «se la sentivano» se non come un'appendice di Calciopoli? Proprio perché non credo a complotti, né alla malafede, ma ho anzi un'idea complessivamente positiva del movimento arbitrale, ribadisco che il sorteggio integrale renderebbe tutti meritevoli di fiducia al di là degli errori che possono umanamente commettere; perchè, come dice Nicchi, anche i calciatori (vedi domenica Vucinic, sabato Gilardino, tanto per dire) commettono errori grossolani ma nessuno li sospetta di azioni scorrette. Dice l'amico Paolo Casarin che per avere un sorteggio dignitoso il settore arbitrale dovrebbe contare almeno su sette/otto fischietti di qualità. E io gli rispondo che con quel che guadagnano, ormai da veri e propri professionisti, devono corrispondere alle attese. O essere eliminati. Il carrozzone calcio si colloca per fatturato fra le prime dieci aziende nazionali e non può essere affidato a giudici che, di volta in volta, vengono sputtanati da moviole, media e addetti ai lavori. E sono sicuro che se, democraticamente, la Federcalcio chiedesse ai suoi «clienti paganti» un parere sul sorteggio attraverso un referendum o un'indagine demoscopica di qualità, il Sì vincerebbe alla grande.