Mourinho: ora vinciamo in Europa
MILANO - Importante, non decisiva. Almeno secondo Josè Mourinho, che cerca di togliere un po' di pressione dai suoi nella vigilia di una sfida che invece deciderà, e molto. Perché dopo due pareggi in casa devi vincere, contro una rivale diretta per il secondo posto. E nonostante Mou spieghi che «mancano quattro partite, 12 punti. Giochiamo una gara importante, perché può portare tranquillità o pressione, ma dopo mancheranno altri 3 match: la qualificazione resta possibile, questa non è l'ultima giornata», sa per primo, e benissimo, che vincere al Camp Nou non è lo stesso che battere in casa la Dinamo Kiev. La sqaudra di Shevchenko, e dei suoi 14 gol ai nerazzurri. Per Moratti «sarà interessante seguire questa partita, per capire se continueremo su questo livelli». Quelli di Marassi. Che porta entusiasmo, subito smorzato dal portoghese. «Si parte da zero a zero, non è il terzo tempo di Genova. Resta la gioia che ci portiamo dentro e la conferma che il miglior modo di preparare una partita importante non è riposare ma vincere. Ora la squadra è felice, ed è questo il miglior presupposto per far bene». Si affida alla voglia, Mou. Allo spirito. Perché le defezioni rischiano di essere davvero tante, e pesantissime. Con Balotelli fuori per squalifica, e Thiago Motta per infortunio, in casa Inter si cerca in tutti i modi, in extremis, di recuperare almeno uno tra Milito ed Eto'o, reduci da infortuni non gravi ma fastidiosi. L'ex genoano s'è allenato tutto il pomeriggio di ieri sulla sabbia, ma Mourinho è pessimista sul suo recupero. Meno grave la situazione del camerunese, che sente ancora fastidio al piede destro ma stringendo i denti potrebbe essere della partita. Altrimenti rimane soltanto Suazo disponibile tra gli attaccanti di ruolo, in uno schieramento che quasi certamente rispecchierà quello di Genova. Eto'o, o Suazo, davanti da solo con in supporto due trequartisti come Sneijder e Stankovic, il più in forma di tutti, e a centrocampo la diga a tre Muntari-Zanetti-Cambiasso. Una formazione che «se stavate attenti – sottolinea Mourinho -, vi sareste ricordavati che abbiamo già utilizzato l'anno scorso col Lecce e col Catania». A Genova ha funzionato oltre ogni aspettativa. Oggi conta molto di più, anche se Mou non lo dice.