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Totti: "Spalletti fastidioso Claudio Ranieri mi capisce"

Totti

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Francesco Totti si ferma. Il ginocchio fa male. È solo un lieve fastidio, ma lo costringe comunque alzare bandiera bianca perché dietro l'ultimo acciacco si nascondono troppi rischi. La sfida di domani a San Siro contro il Milan la guarderà da casa: a meno di sorprese clamorose non verrà neanche convocato. Le ultime speranze sono scomparse ieri dopo un'altra corsetta in campo. Il prossimo obiettivo è la trasferta di Londra con il Fulham. Totti si ferma e ha il tempo di guardarsi dietro le spalle. Per la prima volta dall'addio di Spalletti ammette che tra loro c'erano dei problemi. Non solo tra loro, perché il tecnico toscano «non riusciva più - svela il capitano giallorosso - a farsi capire da noi, ormai qualche problema col gruppo c'era, le sue dimissioni erano inevitabili. Visti i risultati ottenuti con Ranieri direi che ne è valsa la pena». Il rapporto con Spalletti ha vissuto tra alti e bassi. Quello con il braccio destro del toscano, Daniele Baldini, non è praticamente mai esistito. Totti ha sempre detto che gli sarebbe piaciuto chiudere la carriera con l'allenatore di Certaldo ma alcune sue uscite pubbliche gli sono andate di traverso. L'ultima il giorno prima delle dimissioni di Spalletti che pur non nominando il capitano, lo accusò di aver giocato per se stesso e non per la squadra nella partita con la Juventus. «Sono permaloso - spiega in un'intervista rilasciata al nuovo mensile "Rivista Romanista" in edicola oggi in tutta Italia - un po' mi dava fastidio. Spalletti era uno di quelli convinti che io abbia davvero bisogno di essere spronato». Anche Ranieri l'ha fatto, quando disse che pure i sassi sanno come gioca. «Lì per lì ci sono rimasto male, poi ci siamo parlati e mi ha spiegato il senso di quella frase: vuole solo che invece di andare sempre incontro ai centrocampisti a volte cerchi la profondità. Per il resto mi ha detto di fare quello che voglio in campo. Ranieri è romano, con le battute ci capiamo, non ci saranno mai problemi tra di noi». Neanche con De Rossi e se qualcuno dice il contrario è «spazzatura, non c'è stato nessuno screzio con Daniele». Totti si toglie altre sassolini dalle scarpe. Il dopo-partita di Roma-Fiorentina lo ha ferito. «Per me l'episodio della maglia restituita dai tifosi è dimenticato. Però mi è sembrata una grave mancanza di rispetto». Anche la storia del rinnovo di contratto - ma non doveva arrivare questa settimana? - inizia a stancarlo. «Ho avuto quattro richieste negli ultimi tempi: una grande società italiana (il Milan), tre straniere». Il capitano si riferisce agli attestati di stima del Chelsea attraverso Ancelotti e di Real e Barcellona più indietro nel tempo. «Mi hanno lusingato, ma firmerò il rinnovo con la Roma. Manca solo una clausola sul dopo carriera». Si tratta della definizione del suo ruolo in società dal 2014 in poi ma anche questo dettaglio è già stato sistemato. Manca solo la chiamata della Sensi per firmare. «Con Rosella ci sentiamo tre volte l'anno, per gli auguri. È schifoso sostenere che ha comprato il mio assenso con il nuovo contratto». Infine il prossimo traguardo. Molto ambizioso. «Voglio prendere Piola». Ovvero superare il miglior marcatore di sempre in serie con 274 gol. Gliene mancano 90. «Embé? Gioco altri cinque anni, ce la posso fare - chiude con ironia Totti - così qualcuno s'ammazza». Il suicidio collettivo dei suoi nemici potrebbe iniziare quando lo vedranno tornare a guidare la nazionale. Lippi e ginocchio permettendo.

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