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Panucci: "Tifo Roma"

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Panucci

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Tre anni al Milan, otto alla Roma. Panucci è il giocatore giusto per presentarci la sfida Milan-Roma di domenica sera. «Credo sarà una gara molto bella, giocata a viso aperto da entrambe le squadre visto che tutte e due hanno questa mentalità. La gente si divertirà». Per chi farà il tifo? «Che domande! Io sono romanista. Il mio sentimento è indiscutibile. Credo che la squadra di Ranieri sia più completa, quindi vincerà». A chi avrà fatto più bene la pausa visto che le due formazioni hanno vissuto un inizio stagione non all'altezza delle aspettative? «Qualche passo falso ci può stare, ma credo che a lungo andare i veri valori escano fuori, per questo sono convinto che la Roma arriverà davanti al Milan. Mentre l'obiettivo del Parma è raggiungere i 40 punti per salvarsi, ma se continuiamo così potremo toglierci delle soddisfazioni. Pausa o no, penso che una partita così bella in uno stadio come quello di San Siro dà motivazioni molto forti». La Roma sta cercando di recuperare Totti. «Francesco è un giocatore importantissimo, non si discute. Gli basta un metro libero e fa la grande giocata. Credo sia indispensabile per la squadra a patto che stia bene». Ha un ricordo particolare di Milan-Roma? «Ce ne sono tanti, ma al Meazza abbiamo fatto spesso bene e ci siamo tolti tante soddisfazioni». Chi sarà l'uomo partita? «Credo che per i giallorossi De Rossi sia fondamentale (potrebbe anche essere Vucinic... se giocasse). Per i rossoneri dico Pato l'unico che ha il cambio di passo per mettere in difficoltà la difesa della Roma». Una difesa che però ha incassato diversi gol. «Un periodo d'appannamento può capitare, ma credo che una volta recuperata la condizione migliore, i miei ex compagni di reparto faranno bene». Si sarebbe aspettato di guardare la sfida da spettatore? «Questo andrebbe chiesto ai dirigenti che hanno cambiato idea all'ultimo momento. Io ho fatto tutto il possibile per restare. All'ultima giornata di campionato mi hanno assicurato che ci saremmo visti il giovedì successivo ed invece non mi hanno mai chiamato. In ogni caso devo ringraziare tutti per gli otto anni trascorsi a Roma». Se Spalletti fosse andato via prima il suo futuro sarebbe stato diverso? «A parte la parentesi di Napoli, io con lui ho avuto un buon rapporto. Spero possa trovare un altro difensore che gli realizzi una trentina di gol come ha fatto il sottoscritto. Sento ancora sia Conti sia Pradé. Se Panucci è andato via è stato per un problema di gestione. Vedo che tanti miei ex compagni che andranno in scadenza a gennaio non hanno ancora rinnovato, ma mi auguro lo facciano presto». Quindi il problema è stato con Rosella Sensi? «Anche a lei auguro di avere un altro giocatore che faccia quello che ho fatto io nello spogliatoio in otto anni. La Roma mi ha dato tanto e credo di aver fatto altrettanto. Ho dato la mia vita alla squadra e sono stato me stesso nel bene e nel male. La porto nel cuore ogni giorno della mia vita». Se Rosella le offrisse un ruolo da dirigente, accetterebbe? «Non penso che la Sensi mi chiamerà e francamente non mi ci vedo accanto a lei. Ha fatto tantissimo per questa società, soprattutto quando il nostro grande presidente Franco Sensi è venuto a mancare, ma penso che la Roma potrebbe essere molto di più». Chi l'ha trattata peggio tra Roma e Milan? «Sono riconoscente ai rossoneri perché io sono arrivato giovanissimo e mi hanno aiutato ad acquisire la mentalità. Ma devo altrettanto alla Roma che mi ha permesso di entrare nella sua storia come difensore più prolifico. Mi sento un privilegiato». Da Spalletti a Ranieri: cosa ci ha perso la Roma e cosa invece ha guadagnato? «Credo sia prematuro dirlo. Il primo in cinque anni ha fatto un lavoro straordinario, mentre Ranieri ha appena iniziato e non posso giudicarlo: anche se l'ho avuto per qualche mese al Chelsea». Lei porterebbe Cassano in Nazionale? «Antonio sta facendo grandi cose, ma ci sono tanti attaccanti bravi. Lippi parla del gruppo quindi dovreste chiederlo a lui: ma io mi auguro che sia convocato». E Totti? «Francesco ha affermato che non sarebbe tornato in azzurro. È un grande campione, ma credo non sia corretto far giocare calciatori per tutte le qualificazioni e poi lui va al Mondiale».  Cosa le manca di Roma e cosa non le manca affatto? «Torno nella Capitale una volta a settimana, subito dopo le partite e riparto il martedì prima di pranzo. I ritmi a Parma sono diversi, c'è più tranquillità ed io ci sto benissimo. Non rinuncio a nulla. A Roma ho casa, gli amici e ci vivrò tutti i giorni tra un paio d'anni, quando smetterò di giocare, ma mi manca mio figlio Juanito e la mia fidanzata Rosaria. E poi il colore della luce è diverso rispetto a tutte le altre città del mondo».

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