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Dipende solo da Francesco

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Lunedìavevo chiesto a Giancarlo Abete del futuro di Lippi, visto che lo si dà comunque partente - vincitore o vinto - dopo il Mondiale sudafricano. E lui non aveva voluto affrontare la questione, quasi infastidito; nel senso - dico io - che gli dà fastidio già solo l'idea che il sor Marcello Mondiale se ne vada, dopo che ha fatto l'impossibile per riaverlo. E poi, è giusto che il presidente federale dello sport più popolare se ne stia un po' abbottonato, non vi pare? Ma quando gli ho chiesto del possibile ritorno di Totti in Nazionale, apriti cielo: sembrava di essere al Bar Sport e Abete, che non è un entusiasta naturale, ha reagito come se il Capitano fosse già in viaggio per Parma, sede della prossima esibizione degli azzurri, domani contro Cipro. Riassumendo: 1) Il rapporto fra Lippi e Totti è sempre stato eccellente; 2) Anzi: il rapporto fra i due è stato sempre di primissima qualità; 3) Quando Francesco si fece male, prima del 2006, Lippi lo andò a trovare, lui si fece trovare pronto e così fu convocato; 4) Se Totti si sentirà in condizione di rispondere alla chiamata, Lippi e il Gruppo saranno felici di accoglierlo. Quest'ultima era forse la parte più difficile da tradurre dall'«abetese» ma ci aveva già pensato Daniele De Rossi, alla vigilia di Irlanda-Italia, a dare lo stop a Cassano e il via libera degli azzurri al Capitano. Ammesso che ne abbia voglia. E dalle recenti affermazioni di Ranieri, anch'egli molto più possibilista (per non dire di Ilary, ma questa è un'altra storia) concluderei che a Francesco sorrida l'idea di cimentarsi in un Mondiale «eroico». Se lo vincesse, farebbe un bis, come Peppin Meazza o Giuanin Ferrari, gli interni/metodisti che Vittorio Pozzo volle fortissimamente (mentre diceva no a Bernardini) e che con lui vinsero nel '34 e nel '38. Ma De Rossi - come dicevo - aveva già preparato il terreno, affermando con faccia tosta che di Cassano non ce n'è uno solo ma tanti, quindi escludendolo e preparando il terreno al Capitano. E De Rossi nel gruppo è ascoltato: dai compagni e anche dal tecnico. Lippi con Cassano s'era andato a infilare in un lungo e accidentato tunnel, con Totti ne può uscire brillantemente. In fondo, è mia opinione che questa Nazionale abbia COMUNQUE bisogno di un prestipedatore di classe, ispiratore o terminale di gioco non importa: i campioni ( i 10, in particolare) possono avere sulle spalle un numero, ma in testa e nei piedi mille giocate. Totti «young» è stato paragonato a Rivera, più tardi Zoff lo ha preferito a Baggio. Insomma, ha ragione Abete: «Dipende da lui». Solo da lui.

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