Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

FIRENZE Il capitano è coraggioso, e stringe i denti finchè può.

default_image

  • a
  • a
  • a

«Giococol menisco rotto e fa male: ma ora non posso operarmi, c'è la Champions. Vado avanti finchè posso». Quel finchè posso, in realtà, nasconde una data precisa nella mente del numero uno della nazionale e della Juve. «A inizio dicembre c'è la partita con l'Inter, vediamo se arrivo fino a lì. Io vorrei». La data limite, sempre che il dolore provato dal giocatore non complichi i piani («alle volte fa male, e non solo nei movimenti laterali»), è il 6 dicembre, forse il 5: per quella domenica il calendario di A fissa Juve-Inter, ma vista la concomitanza di Juve-Bayern l'8 dicembre è possibile che il derby d'Italia sia anticipato al sabato. Il 5 dicembre, e poi l'operazione, sempre che la sfida ai bavaresi di Van Gaal, ultima giornata di Champions, non sia a sua volta decisiva. Comunque, Buffon dovrebbe perdere solo due partite di campionato, Bari e Catania, prima della ripresa a Parma il 6 gennaio. «È il mio quarto Mondiale, ho cominciato presto - scherza Buffon prima dell'atterraggio a Pisa - Dal '98 al 2010, sembra una vita: ma ogni Mondiale è diverso, lo affronti con età e maturità diverse. Certo, come me solo Cannnavaro...», chiude con una punta di orgoglio. C'è invece anche rabbia nel rileggere il modo in cui l'Italia ha subito i gol: «Sul primo, era un loro schema. Non l'ho visto neanche partire - spiega - Meno male che Whelan l'ha girata bene sul palo lontano, se me la tirava a 20 centimetri dal naso non mi sarei mosso ugualmente, con tutta quella folla davanti». Ancora due da un calcio piazzato. «Sì, dobbiamo lavorarci molto, questo è sicuro - chiude Buffon - E non solo con l'Italia, anche con la Juve». Che poi, quanto alla difesa, è la stessa cosa.

Dai blog