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Si fa un gran parlare di modi e uomini utili per rilanciare l'immagine del malandato basket italiano.

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Chissàse chi governa e poi chi prende le decisioni, sia Lega, Federbasket o nel caso il broadcast tv poco importa, non segua alla lettera il doloroso metodo di quel signore che per fare dispetto alla moglie infierì là dove non batte mai il sole. C'è da credere di sì, se si guarda alla scelta di inserire nel pacchetto delle cinque partite del «Basket Day» di Sky la sfida tra Siena e Napoli. Quest'ultima, trasferito il titolo sportivo dalle pendici del Terminillo al golfo di Posillipo (e anche sul perché tale scempio sia stato perpetrato e accettato ci sarebbe molto da dire), è un ectoplasma di ciò che potrebbe assomigliare a una società e di conseguenza a una squadra. Dall'inizio della preparazione a oggi sono quattro gli stranieri atterrati all'aeroporto di Capodichino e prontamente fuggiti dopo aver capito che aria tirava. Così oggi si assisterà a un massacro sportivo annunciato (basta guardare le quote delle scommesse per capire la follia della scelta di irradiare le immagini dell'impari sfida), con Siena che banchetterà sui partenopei con buona pace di possibili nuovi fans dello sport della palla a spicchi che, di certo, dopo pochi secondi di agone, poseranno le loro attenzioni su altri più interessanti lidi televisivi. Diceva Nanni Moretti in un suo film:«Va bene così, facciamoci del male». Per lui è pronto certamente un posto di responsabile al marketing del basket.

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