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Lippi e il bis «La storia è con noi»

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Soddisfattoed esausto, Marcello Lippi si gode la qualificazione diretta ai Mondiali in Sudafrica, senza dover aspettare la gara conclusiva del gruppo 8 mercoledì a Parma con Cipro. A fine partita ha abbracciato uno per uno i giocatori azzurri che hanno strappato col cuore un pareggio insperato dopo il gol-beffa di Ledger. Poi si è lasciato andare al racconto delle emozioni di una serata indimenticabile. «È una soddisfazione grande - dice il ct - ma abbiamo rischiato grosso. Se avessimo perso sarebbe stata un'ingiustizia. Abbiamo giocato con personalità, qualità e autorità. Subire un gol così a tre minuti dalla fine non era digeribile e sono stati bravi i ragazzi a trovare la lucidità per costruire la grande azione del pareggio. Non abbiamo mai sofferto davanti a 75mila spettatori e contro una squadra che ha un grande spirito. Siamo stati noi a comandare la gara, abbiamo fatto un gol, un altro ce l'hanno annullato e non so perché». La storia è dalla parte degli azzurri: «Le uniche due volte che ci siamo qualificati con un turno d'anticipo - ricorda Lippi - era prima del 1982 e del 2006. Non voglio dire che sia di buon auspicio, ma...». Quindi fa un bilancio del suo secondo biennio azzurro: «Siamo ancora in pieno cantinere, ma le ultime due gare sono positive: avevo chiesto un passo avanti e c'è stato. Adesso ce ne vogliono altri». Mercoledì il ct darà spazio alle seconde linee e riavrà a disposizione il capitano Fabio Cannavaro. Intanto si proietta in Sudafrica, dove cercherà uno storico bis per raggiungere nella leggenda Vittorio Pozzo. «Adesso ho il Mondiale nella testa, dopo due anni sono tornato nella Nazionale e ho il Mondiale nella testa, ho questo gruppo di giocatori fantastici nella testa e la grande voglia di riprovare determinate sensazioni - chiude Lippi - che non è detto che dobbiamo vincere per forza per provarle». Gilardino si gode la sua notte. «È stata una gara tirata, andare ai Mondiali in questo modo - dice l'attaccante - è il massimo: per me è il gol più importante da quando vesto l'azzurro».

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