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Fantantonio merita la nazionale

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Eccodunque che il disamore per l'azzurro, accentuato in tempi recenti da qualche prova fonte di rossore, come la Confederations, si accentua per colpa di quel nome che continua a non figurare nelle liste dei convocati. Nel giro di pochi giorni, due appuntamenti fondamentali, sabato a Dublino con i vecchi amici Trap e Tardelli, mercoledì a Parma con i ciprioti. Vero che bastano tre punti per archiviare la pratica Sudafrica 2010, ma insomma non sarebbe gradevole affrontare l'ultimo impegno con la vittoria come imperativo, meglio chiudere subito con un punticino in Irlanda. Però in questi giorni l'informazione di casa nostra, specchio fedele degli umori dei tifosi, ha ben differenti casse di risonanza da proporre, dalla rivoluzione societaria della Juve a quella tecnica del Napoli, Mazzarri di ritorno dopo tanti anni, fino alle imprese dei ragazzini di Rocca in Egitto. Della Nazionale si parla poco o niente, se non per il tormentone sulla strana vicenda del genietto di Bari Vecchia, in secondo piano perfino l'allarme per il blocco juventino trasferito in azzurro nonostante l'umiliazione di Palermo. Tutte le attenzioni per l'ormai certificata rinuncia al giocatore italiano più in forma, il cui nome provoca puntuale orticaria al già irritabile cittì, che raramente era stato disponibile al colloquio e questa sua intransigenza ha confermato in termini poco gradevoli. C'era stato il precedente del Mondiale scippato a Panucci, senza mai ricevere una spiegazione, per discutibile che fosse. Ma l'ostracismo attuale ha un'altra dimensione, nessuno sa rendersi conto di un'esclusione misteriosa. Fino a fare di Fantantonio un eroe, della Nazionale un inutile impaccio. Gianfranco Giubilo

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