Roma, ritmo da Champions
«Siamo ancora a metà strada». Claudio Ranieri è fatto così: ama le cose concrete, non i proclami. Il giorno dopo la vittoria sul Napoli, che consente alla Roma di tornare a guardare la classifica col naso all'insù, l'allenatore testaccino mantiene il profilo basso. Nonostante gli undici punti conquistati nelle cinque gare della sua gestione dopo lo «zero» ereditato da Spalletti, i quattro in più rispetto all'anno scorso e il terreno recuperato sulle rivali più accreditate. Solo Mourinho ha fatto meglio della Roma dalla terza di campionato a ieri - ma solo di un punto - il Chievo dei miracoli ha eguagliato i giallorossi, gli altri sono tutti indietro. Perfino la Juve di Ferrara che Ranieri lo ha buttato nel cestino senza troppi complimenti ha perso cinque lunghezze sulla Roma. Che ora è una squadra trasformata: poco spettacolo, più carattere, vedi le quattro rimonte riuscite. I numeri danno ragione al tecnico giallorosso, unico imbattuto in serie A. Dal suo avvento a Trigoria sono cambiate parecchie cose. Negli allenamenti - che vorrebbe ancor più intensi - si predilige il lavoro con il pallone alla tattica. Chi sbaglia, paga: vedi Mexes e Menez. Il ritiro a casa alla vigilia delle partite all'Olimpico, poi, è un lontano ricordo. E i rimproveri pubblici ai giocatori per scarso impegno sono una costante. Ranieri punta sui concetti che hanno contraddistinto la sua carriera e mostra una grande capacità di adattarsi alle situazioni e modificarle in corso d'opera. Il modulo è cambiato e cambierà ancora. I giovani, messi inizialmente da parte, ora sono saliti alla ribalta. Da Faty ad Andreolli passando per Cerci. Ieri l'allenatore ha osservato dal campo tutto il derby Primavera valevole per il memorial Sensi. «È una sorta di deformazione professionale: pensate - racconta Ranieri - che sabato mentre mangiavamo a Trigoria mi sono visto la partita degli Allievi». Ma è sui «grandi» che si vedono i frutti del lavoro, soprattutto psicologico. «È stato un mese importante per conoscere lo spogliatoio. Ma ai tifosi interessano i fatti, la Roma aveva zero punti e dovevamo farne assolutamente. Sono convinto che la squadra possa dare tanto, dobbiamo continuare a lavorare determinazione: abbiamo fatto tanto, ma c'è moltissimo ancora da fare». I confronti con la classifica dello scorso anno non gli interessano. «L'importante è vedere alla fine dove saremo, a metà strada è solo una stazione». Ora la priorità è recuperare gli infortunati. «Mi auguro che i problemi siano lievi, in modo che qualcuno possa recuperare in questi quindici giorni.Totti farà tre-quattro giorni di riposo assoluto e riprenderà gradualmente. Vederlo dopo il gol non esultare e poi venirci a dire che si era fatto male mi ha spaventato. Ma quando è rientro in campo, ho pensato: "non sarà una cosa seria". È stato grande a a darci una mano in quelle condizioni». Ranieri è un allenatore esigente: sabato ha strigliato la società in conferenza stampa per lo stato dei campi e ieri sono partiti i nuovi lavori di rifacimento. «Ci tengo moltissimo - ha aggiunto - la misura del campo di Trigoria e l'altezza dell'erba devono essere uguale all'Olimpico, altrimenti è come se giocassimo in trasferta». Proprio ora che quello stadio è tornato casa sua?