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Mourinho: l'Inter è accerchiata

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Siè già vista nella scorsa stagione, la ripropone al suo rientro in conferenza stampa, prima di Inter-Udinese di stasera, dopo essersi concesso ben due turni di riposo. E dopo aver raccolto un pareggio e una sconfitta nelle ultime due partite giocate, fra Champions e campionato: soprattutto, due prestazioni per nulla convincenti. «L'Inter - attacca Mou - ha comprato Thiago Motta e Sneijder non perché voleva spendere soldi, ma perché aveva bisogno di giocatori di qualità diversa a centrocampo. A Genova e a Kazan sono mancati e in fase d'attacco sicuramente abbiamo avuto meno qualità di gioco. Con loro insieme invece abbiamo vinto quattro partite e pareggiato col Barcellona: unica squadra a riuscire a fermarli in questa stagione». E il fatto che quel pareggio col Barca in Champions non gli venga riconosciuto come una quasi impresa proprio non gli va giù. «Sette gare senza vittorie in Europa? Quando ci si riferisce a noi sembrano 70, quando si parla di altri, sei partite senza vittorie sembrano due o tre. Se noi pareggiamo con la miglior squadra d'Europa sembra un disastro, se altri pareggiano con una squadra normale è un capolavoro». Per questo ha ancora il muso, anche se fa finta di niente e rigira la frittata. «Io nervoso? Se mi vedeste nello spogliatoio io rido e scherzo. Certo di fronte ai giornalisti non posso essere felice, non ne ho ragioni particolari». Poi provoca, ma stavolta per scherzo. «Sembro stanco? Volete venire a fare una corsa con me o in palestra?». In palestra c'è stato Sneijder, ultimamente, e ormai l'olandese è recuperato. Giocherà lui dietro a Eto'o e l'altro recuperato Milito, mentre per sostituire Maicon squalificato potrebbe essere spostato Zanetti dietro. Ci sarà un'altra chance per Santon, che, conclude Mourinho, «ha la nostra fiducia, anche se lui e Balotelli hanno fatto la storia delle ultime due gare (in negativo, ndr). Davide ha fatto un errore tecnico e tattico, ma succede quando vuoi usare dei giovani. Con Mario ho parlato subito dopo la partita di Kazan, dicendogli quello che il mio cuore mi suggeriva di dirgli. Poi la storia è finita, e adesso se è convocato vuol dire che può giocare».

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