Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Tutto bello ma all'oggi chi ci pensa?

default_image

  • a
  • a
  • a

... semmai più predisposti ad agire di conserva, abbiano sentito il bisogno di presentare un progetto distante anni luce da qualcosa che sia anche lontanamente realizzabile. Il progetto è bello, lo stadio fantastico così impacchettato nello zinco, nell'alluminio e nei mille materiali futuristici che dovrebbero assemblarlo e renderlo autonomo ed eco-sostenibile. Brilla di luce propria e illumina facilmente le fantasie dei tifosi giallorossi che già respirano a pieni polmoni quell'aria molto english che ha fatto degli impianti anglosassoni un punto di riferimento. Ma sotto al vestito non c'è ancora nulla. Oltre al materiale mostrato saggiamente in una presentazione modello millenium, che ha toccato l'animo dei romanisti in sala più per le immagini del passato che non per la grottesca coreografia o lo speakeraggio stile gladiatore, non c'è granché. Ah, sì l'ok delle istituzioni c'è (Comune e Regione) che ieri però hanno messo bene in chiaro le cose: per noi va bene, ma solo se ci sarà un «sì», sulla fattibilità da parte degli organi competenti (cosa, tra l'altro, ancora lontana anni luce dal poter essere considerata visto che il «tavolo tecnico» si aprirà solo oggi). Come dire che c'è un «sì» sul nulla... Così, fatto salvo il nostro appoggio morale sulla possibilità che Roma e Lazio abbiano uno stadio di proprietà in grado di consentire ai due club una patrimonializzazione più che legittima, viene da pensare se piuttosto quella dei Sensi non sia una vera e propria mossa della disperazione. Il colpo di coda di una proprietà con l'acqua alla gola che farebbe forse meglio a preoccuparsi dell'oggi piuttosto che sognare improbabili voli pindarici in un domani molto, troppo, lontano. Senza ali o si sale su un aereo o non si vola: e l'aeromobile giallorosso assomiglia sempre più a un piper che non a un jet in grado di trasportare i colori di Roma in giro per il mondo. Sarebbe un paradosso avere, magari tra dieci anni, uno stadio di livello mondiale e una squadra da bassa classifica. Quindi, cara Rosella, gli investimenti andrebbero fatti sulla Roma: adesso e non tra dieci anni e vedrà che con una squadra stellare al popolo romanista andrà benissimo anche il vetusto Olimpico. Tiziano Carmellini

Dai blog