"Franco Sensi", ecco lo stadio dei sogni
Eccolo. Lo stadio "Franco Sensi" ha finalmente una forma per i tifosi della Roma. Bello, con una capienza di 55.000 posti, innovativo, senza barriere e con gli spalti vicini al campo. Un sogno. O un'illusione? Questo si scoprirà in seguito. Intanto il progetto è stato svelato nei dettagli. La presidentessa Rosella Sensi fa gli onori di casa, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo la ascoltano e la appoggiano. Nella sala stampa speciale allestita per l'occasione a Trigoria ci sono anche i vertici dello sport, da Pancalli ad Abete, tutta la squadra giallorossa, politici e altri esponenti della «Roma bene» come Malagò e Venditti. Una conferenza in grande stile per lanciare l'operazione che dovrebbe risollevare le sorti del club e al tempo stesso modificare una parte della Capitale: la zona prescelta è su un terreno agricolo di 130 ettari sul lato destro dell'Aurelia in direzione fuori Roma, di proprietà del gruppo Scarpellini, 500 metri dopo l'uscita del Grande Raccordo Anulare. Nell'area sono previste altre costruzioni, ma per il momento si parla solo dello stadio. Tra sorrisi, sguardi dubbiosi, applausi (applausi?), emozione. Quella della Sensi, che legge il suo discorso introduttivo sull'impianto che verrà intitolato al padre e poi si innervosisce nel rispondere alle domande. «Questo è il primo passo - spiega la presidentessa della Roma - un punto di arrivo dopo tanti anni di lavoro e un grandissimo punto di partenza perché sarà un percorso da fare al fianco delle istituzioni». Il lungo iter burocratico è appena iniziato ma le polemiche già impazzano. «Quello della fattibilità - prosegue Rosella Sensi - sarà un percorso che dovremo vedere con le istituzioni. È un giorno importante e mi sento di ringraziare sia Dino Viola che ha sempre voluto uno stadio di proprietà che mio padre Franco Sensi. Ora chiedo ai tifosi di continuare a stare vicini alla squadra come sempre hanno fatto, noi possiamo garantire che continueremo a lavorare con grande umiltà puntando a migliorare». Manca tutto il resto nelle parole della presidentessa. Passaggi a vuoto che le risposte fornite ai giornalisti non colmano. Non è chiaro quanto costerà lo stadio (ufficiosamente si parla di 250 milioni), chi e quando lo costruirà e, soprattutto, chi si farà carico della spesa. I debiti di Italpetroli (403 milioni di euro verso Unicredit e Mps) non consentono alla famiglia Sensi un investimento del genere. E infatti nei programmi della Roma l'impianto dovrà essere a costo zero per la società grazie ad una serie di accordi collaterali. Rosella definisce pleonastici i dubbi sulla destinazione patrimoniale dell'impianto («sarà lo stadio della Roma») e spiega che non ha ancora sottoposto il progetto all'attenzione di Unicredit «ma non ho problemi a farlo». E chi ci giocherà dentro il nuovo stadio? «Noi vogliamo i campioni, ma la Roma non si discute, poi certo la squadra andrà rinforzata». Una promessa che conferma la voglia dei Sensi di andare avanti nonostante il pressing delle banche e l'interesse manifestato dall'imprenditore Francesco Angelini all'acquisto del club. Club che di anno in anno si sta deprezzando, ma se avrà uno stadio di proprietà aumenterà il suo valore. La Roma si è rivolta a una serie di società specializzate che hanno contribuito alla stesura del progetto. I rappresentanti della Img presenti in sala illustrano i risultati della ricerca commissionata sul «Franco Sensi». Si parla di possibili ricavi di 55 milioni di euro all'anno dalla vendita dei posti per i vip. Un'operazione che per il nuovo Wembley sta andando a gonfie vele. Idee innovative e vincenti. Adesso i tifosi - per la maggior parte scettici - aspettano i fatti.