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Ecco lo stadio Franco Sensi

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Franco Sensi

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Ci siamo! Oggi alle ore 11 a Trigoria la Roma presenterà il progetto di quello che dovrebbe diventare lo stadio Franco Sensi. Lo farà in pompa magna, conferenza stampa stile-Roma (una domanda per ogni giornalista e i «cattivi» verrano lasciati fuori), alla presenza delle istutizioni della città (il sindaco Alemanno) e della Regione (il presidente Marrazzo). C'è attesa soprattutto per vedere come sarà fisicamente, conoscere la forma di un impianto che per il resto è stato già ampiamente anticipato. «La mossa della disperazione» l'ha definita qualcuno, perché è evidente come la permanenza alla guida della società giallorossa della famiglia Sensi sia legata alla fattibilità del nuovo impianto: o almeno potrebbe esserlo, perché come detto da Alemanno, lo stadio della Roma si farà con o senza i Sensi. Ma oltre all'euforia giallorossa lo stadio ha creato subito un mare di polemiche: e non solo quelle del WWF. «Sulla realizzazione, nè da parte mia nè del Ministero c'è alcun pregiudizio - ha detto Francesco Giro sottosegretario ai beni culturali - ma abbiamo il dovere di verificare il progetto nel dettaglio e di valutarne l'impatto sul paesaggio. Per questo motivo ci è sembrata una bizzarria convocare una conferenza stampa con i giornalisti per lanciare il progetto il giorno prima della riunione del tavolo interistituzionale fra Comune di Roma e Ministero, quando valuteremo insieme le carte. Senza questo passaggio il progetto non può andare avanti». Va invece avanti spedita come un treno la legge sugli impianti sportivi voluta dal Governo che dovrebbe essere approvata definitivamente al massimo entro un mese. È lo step atteso dal presidente della Lazio Lotito per partire a sua volta e sviluppare lo Stadio delle Aquile. Il Senato la sta trattando con procedura «deliberante», il che vuol dire i tempi saranno molto più stretti dell'iter normale. Il testo è già in commissione «cultura», andrà poi in «affari e costituzione» e una volta tornato in Senato verrà approvato direttamente. Quindi stesso iter alla Camera con «chiusura» in tempi molto stretti: anche per poter consentire all'Italia di mettere nel dossier «Europei 2016», che va chiuso entro la fine dell'anno, questa legge fondamentale per il futuro dei grandi impianti sportivi. Già, perché per andare ancora più veloci, la legge è stata «spezzata» in due dando precedenza ai grandi impianti (oltre 15.000 posti all'aperto e 7.500 al coperto).

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