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Du gust is mejo che uan

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«Dugust is mejo che uan», diceva un imberbe Stefano Accorti nella celebre pubblicità del gelato. Applicabilissima al gioco del pallone, quando hai la fortuna di avere due talenti che, soprattutto in attacco, fanno la differenza. Ci sono il corto e il lungo a Barcellona, la nuova esplosiva coppia catalana formata da Messi e Ibrahimovic. Ci sono Eto'o e Milito, gagliarda risposta Made in Inter. C'è quella che comanda la serie A, Pazzini-Cassano, con la maglia cromaticamente più unica e bella che c'è: la blucerchiata. Che riporta ad un'altra coppia perfetta e vincente: Vialli e Mancini. Ma questa storia della coppia più bella del mondo (del pallone) è vecchia quasi come il pallone stesso. Senza andare troppo in là nel passato - che il calcio è cambiato tanto e i paragoni spesso non reggono - chi ha memoria, vince questo gioco. Ci proviamo? Bè, pensando ad un corto ed un lungo modello Barcellona, che ne dite di Sivori e Charles? Juventus in bianconero - anche in tivvù - e spettacolo assicurato. L'immaginario «mouse» di questa memoria storica clicca più avanti, anni '60: Rivera e Prati, la mente e il braccio di un Milan scudettato ed europeo. Coppie devastanti, come Boninsegna e Mazzola. A Roma Chinaglia e D'Amico, sponda Lazio che vince uno scudetto storico targato 1974. Anni '80? E che problema c'è: vi basta un Boniek-Platini, così, tanto per stare sul facile? E di Conti e Falcao, che ne dite? Già, gli stranieri del nostro campionato. Coppie micidiali? Maradona-Careca, Van Basten-Gullit Roberto Baggio-Vialli: che spettacolo assicurato. Un realizzatore, un genio del pallone. L'assortimento è quasi sempre questo qua. Chi inventa e chi la mette dentro. Che poi, a guardar bene, in queste coppie vanno a braccetto con le intuizioni fantasiose e con la potenza di un goleador. Anni 2000: così, a memoria: Totti-Batistuta, lo scudetto della Roma. Shevchenko e Kaka (Milan), Raul e Zidane(Real Madrid), Cristiano Ronaldo e Rooney (Manchester United), Ronaldinho e Messi (Barcellona). Ecco, insomma, avete capito, no? Ce ne siamo dimenticati un vagone. Ma il senso è facile da comprendere: anche nel calcio, soprattutto nel calcio «du gust is mejo che uan».

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