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Stoccata di Zeman a Mourinho "Il suo gioco? Non si capisce niente"

Zdenek Zeman

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"Io mi sento ancora un allenatore di calcio. Mi sono divertito tanto e voglio continuare a divertirmi ancora a fare calcio come dico io, anche se di questi tempi è difficile". Zdenek Zeman per ora si diletta a giocare a golf ("ho cambiato tipo di erba, quella dei campi di calcio mi è stata negata") ma la sua carriera di allenatore ancora non è conclusa. L'allenatore scomodo - Certo i tempi della gloria, quella degli anni di Roma ma anche e soprattutto del Foggia dei miracoli, (una stagione ripercorsa dal docufilm Zemanlandia, diretto da Giuseppe Sansonna e prodotto da Showlab e FlyFilm, presentato oggi alla Casa del Cinema di Roma) sono lontani, e le condizioni per tornare a fare quel tipo di calcio difficilmente replicabili, ma il boemo tenace non demorde, anzi attacca e punge: "Perchè non alleno più? Perchè sono scomodo, e anche perchè ora si dice che servono di più i gestori che non gli allenatori tecnico-tattici. Ma io mi sento un tecnico-tattico". Mourinho - Stoccata che chiama in causa alcuni degli allenatori più in voga del momento: "Mi piange il cuore quando sento dire Ranieri di scordarsi il bel gioco: io vado allo stadio per vedere qualcosa di bello. Mourinho? In questo anno all'Inter non ha certo fatto vedere un gioco che si capisca: se è arrivato fin lì, sarà un grande gestore… anche di giornalisti". Ferrara e Leonardo - Ma due parole Zeman le spende anche per gli esordienti Ferrara e Leonardo, cui due grandi club come Juve e Milan hanno affidato subito una grande squadra. "Sono scelte: io ho fatto tanta gavetta e ho potuto imparare cosa era giusto e cosa era sbagliato. Èstata una esperienza utile, ma si vede che loro sanno già tutto…". Per quanto riguarda lui stesso invece mai dire mai, perchè un nuovo Foggia può nascere ancora: "Sono più di cento anni che esiste il calcio e il pallone è sempre rotondo, a me interessa solo quello che succede sul campo. Il problema è che poi all'esterno ci sono altre esigenze". La Roma - Uomo di poche parole e molto lavoro, Zeman paradossalmente è passato alla storia anche e soprattutto per le sue dichiarazioni-bomba del 1998 sul doping nel mondo del calcio. Sono quelle parole, ancora oggi, a fare del boemo un personaggio scomodo. "In quell'anno con la Roma potevamo fare molto di più - spiega con ancora un pò di rammarico - purtroppo mi hanno fatto pesare troppo le mie dichiarazioni". E a Roma Zdenek è stato anche vicino a ritornare, prima dell'inizio dell'era Spalletti: "Parlai con il presidente e con la società, sembrava che ci fossero buone possibilità. Poi d'un tratto invece non ce ne erano più…".   La Lazio - Gli anni migliori di Zeman restano però quelli romani di sponda laziale, con un secondo e un terzo posto che ancora bruciano "perchè al tempo di più non potevamo fare visto che gli scudetti erano assegnati già da prima…". In "Zemanlandia" l'ex presidente Pasquale Casillo e alcuni dei big del Foggia dei miracoli (da Signori a Di Biagio, da Rambaudi al portiere Mancini) esaltano le qualità soprattutto umane di Zeman. Ma il boemo, amante di un calcio arioso, totale e fatto di grande sacrificio tattico ("le mie convinzioni le ho prese miscelando la vecchia scuola danubiana alla grande novità di quando ero giovane, il calcio olandese") ha sempre tenuto a sottolineare che a lui i campioni veri gli andavano a genio eccome, a dispetto di alcuni pregiudizi: "Ho sempre detto che il calciatore più forte che ho allenato è Totti: insieme a Rivera e Baggio sono i tre fuoriclasse che ha avuto l'Italia." Il manuale - "Il calciatore che avrei voluto allenare? Maradona". E se l'allenatore praghese deve incassare un complimento soltanto a metà dal suo ex presidente Casillo ("Era perfetto per il Foggia, ma se fossi stato il presidente del Milan non l'avrei preso: quelli che fa vincere lui sono gli scudetti finanziari…"), il quale tra l'altro annuncia "un libro che spiegherà chi ha distrutto quel Foggia" riferendosi alle vicende giudiziarie (da cui fu pienamente scagionato) che portarono alla fine di quell'epopea, il boemo replica parlando solo di calcio: lui vuole allenare ancora. Più in là magari un libro lo scriverà anche lui: "Ma sul calcio, non sulle chiacchiere: vorrei fare un manuale che possa essere utile ai giovani allenatori".  

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