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Una Ferrari da dimenticare

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Quantopossa essere imprevedibile il Gp di Singapore lo hanno dimostrato, una volta di più, le qualifiche di ieri. I dieci piloti ancora in corsa nel Q3 sono più o meno tutti in pista per contendersi la pole. Mancano circa due minuti alla bandiera a scacchi quando Barrichello finisce contro le bandiere. Bandiera rossa, prove bloccate, posizioni cristallizzate. Hamilton conquista così la sua seconda pole consecutiva quasi senza sudare, con un giro, per ammissione dello stesso pilota, «molto rilassato». Chi si mangia le mani è Sebastian Vettel, che partirà secondo ma credeva nella pole. In realtà cambia poco, visto che il leader del Mondiale Button partirà 12° e quindi il tedesco ha comunque l'opportunità di rosicchiargli diversi punti e tentare di riaprire la lotta per il titolo. Seconda fila per Rosberg e Webber, mentre il quinto tempo l'aveva segnato Barrichello, ma per aver cambiato quel cambio che faceva le bizze da due Gran Premi il brasiliano partirà decimo. Comunque un risultato positivo, visto che le Brawn sono apparse stranamente in difficoltà e, se le qualifiche non fossero state interrotte, Barrichello sarebbe finito qualche posizione più indietro. E se nella Formula Uno degli ultimi tempi vale il detto che «a pensar male si fa peccato, ma il più delle volte ci si azzecca», viene quasi da ipotizzare che Rubinho l'abbia fatto apposta. In fondo, a Singapore, gli incidenti organizzati sono le specialità della casa. Male, davvero male le Ferrari. Raikkonen non è riuscito ad approdare al Q3 chiudendo 13°, Fisichella si è arreso addirittura prima finendo 18°, in penultima fila. Per il romano delle avvisaglie c'erano state già dalla terza sessione di libere, dove aveva rimediato l'ultimo tempo. «Non ho ancora la macchina in mano - ha detto Fisiko - non ho la confidenza per migliorarmi, avrei bisogno di un test di una giornata intera. Non c'è il mio set up, siamo ancora lontani da come la guido io». Ancora più pessimista Raikkonen: «Non abbiamo la velocità - ha spiegato - manca semplicemente il carico aerodinamico. Stiamo pagando il fatto che non stiamo sviluppando più la macchina e lo si noterà ancora di più andando avanti nella stagione». In queste condizioni, anche l'obiettivo di mantenere il terzo posto nel Mondiale costruttori davanti alla scatenata McLaren diventa proibitivo per la F60. «Oggi abbiamo fallito i nostri obiettivi - ha spiegato Domenicali - affrontiamo la gara di domani sapendo che sarà difficile». L'unica speranza per le Rosse è proprio l'imprevedibilità di Singapore. L'anno scorso Masas si giocò il Mondiale proprio qui, complice l'incidente di Piquet jr. La Ferrari è in debito con la fortuna. Oggi alle 20 locali (14 italiane) sapremo se sarà ripagata.

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