Totti, a 33 anni resta il mito
{{IMG_SX}}Le cifre parlano. Convincono tutti. Gli appassionati di un argomento, i suoi conoscitori distratti, gli agnostici o gli incompetenti. Nello sport le cifre dicono molto, spesso raccontano tutto. E allora, mettendo da parte sentimenti e passioni, che pure sono la linfa vitale del pallone, inteso come gioco, come sport che coinvolge, eccoci qui a celebrare il trentatreesimo compleanno di Francesco Totti. Che, come capitato a Paolo Maldini qualche mese fa, scopre quanto sia difficile essere considerato un simbolo, una bandiera, attraverso gli anni. Specie qui in Italia. Per carità: non bisogna dare troppa importanza ad un gesto - quello della maglietta ricacciata sulla pista di tartan dell'Olimpico sette giorni fa da qualche giovanotto della Curva Sud - perché nell'esasperazione di un gioco ci sta pure l'incongruenza. Si può pure, per intenderci e al netto delle rispettive permalosità, considerare anche quel gesto come simbolico di un disagio. Quello di una tifoseria confusa, alla ricerca di notizie certe, di un futuro solido. No, la questione di Francesco Totti trentatreenne che imbocca definitivamente la strada della maturità e dei primi bilanci, attraversa i confini dello sport e plana su quelli della vita privata. Così, per smarcarsi da chiacchiere e cattiverie, il capitano della Roma deve dichiararsi pronto al concepimento di un terzo figliolo per smentire chi racconta di fratture più o meno insanabili con la sua consorte Ilary. Da noi - ma non solo da noi - la sovraesposizione mediatica regala privilegi prima, cattiverie poi. Ecco, l'analisi logica di questa realtà, aiuta molto a comprendere la fenomenologia del Totti calciatore. Romano, romanista, poco indulgente verso i meccanismi che accrescono successo e simpatie ecumeniche, il ragazzo nato a ridosso delle Mura Aureliane interrotte dalla Porta Metronia, ha vissuto la sua carriera inseguendo un sogno personale. Talmente forte e benedetto dalla gloria di una classe pura, da tramutarsi in qualcosa di potente ed efficace. Capace di superare non solo i confini personali, ma di assurgere a vero e proprio ruolo indiscusso: quello del campione. Che poi, a guardar bene, anche su questo Totti ha dovuto «tribolare». Chi lo riteneva eccessivamente esaltato, chi protetto, chi idolatrato. Stagioni su stagioni per riaffermare un ruolo, una prerogativa, una forza dirompente. Certo, il suo essere allergico a dimostrare tutto il suo bagaglio tecnico lontano dai colori giallorossi, (la nazionale anche a mondiale vinto gli ha regalato molte amarezze) ha amplificato l'antipatia nemmeno troppo cordiale di alcuni critici, di molti tifosi fuori dal Raccordo Anulare. Non solo. Per un gioco tipico del campione e del tifoso che gli va contro, anche nella famiglia romanista è toccato vedere, ascoltare, registrare critiche spesso strumentali, quasi sempre create da pregiudizi. La maglia azzurra, la Roma europea, lo spessore di alcune stagioni, fino alle difficoltà oggettive, mai troppo sottolineate, dei problemi fisici, degli infortuni gravi. E dei recuperi quasi sempre generosi e onerosi. Soprattutto per il fisico del nostro protagonista. Riavvolgere il nastro dei due terzi della vita di Francesco Totti, significa necessariamente imbattersi in queste umane vicende. Poi, però, per fortuna è proprio il caso di dirlo, ci sono i numeri. I fatti. Le statistiche, le realtà inconfutabili. E lì, davanti alle centinaia di gol, davanti a questa costanza che è inversamente proporzionale all'età, ognuno deve arrendersi all'evidenza. La critica e lo schierarsi anche non a favore sono leciti, per carità. Ma quando diventano strumentali, alimentati da invidia e cattiveria, finiscono per sprofondare nella pena. E proprio con quest'occhio Totti ha quasi sempre assistito allo stillicidio di chiacchiere e maldicenze sul proprio conto. Capendo, da ragazzo intelligente, sveglio, pratico e sincero, che i fatti - nel suo bel lavoro, i gol gli assist, le presenze, le scelte professionali - erano tutto. Così ecco questo compleanno numero 33. Totti sempre più simbolo della Roma, alla caccia di un posto nella storia dei goleador del nostro campionato, pronto alla controfirma di un contratto «definitivo» con la Roma in barba a tutti quelli - e sono molti di più di quanto si pensi - comprenderanno la grandezza e la genialità del Totti calciatore solo quando, il più tardi possibile per Francesco e per la Roma, quella maglia e quel nome non saranno più una cosa sola sul campo. A loro l'augurio di ravvedersi in tempo. A Totti quello di un futuro bello almeno quanto questo passato.