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Il titolo di questa rubrica riguarda una caratteristica piuttosto sconosciuta nel mondo del nostro calcio tanto è vero che per definirla sono stato costretto ad utilizzare la lingua inglese.

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Basterebbecitare le moltissime occasioni in cui un dirigente si lamenta per gli errori subiti dalla propria squadra e la rarissime circostanze in cui ammette di averne ricavato dei vantaggi. Tra le uscite più sgradevoli degli ultimi giorni quelle di Pietro Lo Monaco, amministratore unico del Catania Calcio, e di Francesco Guidolin, attualmente allenatore del Parma. Lo Monaco ha contestato la decisione di impedire ai tifosi della Roma la presenza a Catania ma chi ha avuto la sfortuna di affrontare da tifoso, non necessariamente ultra, quella trasferta può raccontare il clima che vi ha trovato. Altro che «clamoroso al Cibali». Nell'ultima partita di due campionati fa, quando il Catania si giocava la retrocessione e la Roma lo scudetto, pare che solo il pareggio, raggiunto in extremis dal Catania, abbia evitato incidenti clamorosi. Giova ricordare che il risultato di quella partita era legato a quello dell'Inter che giocava a Parma. Quando Ibrahimovic ha realizzato le due reti che assicuravano lo scudetto all'Inter ed ha contemporaneamente cancellato le speranze della Roma i giallorossi sono stati praticamente costretti a subire il gol che garantiva loro la tranquilla uscita dallo stadio. Sempre Lo Monaco è lo stesso dirigente che quando il Catania fu sconfitto per 7 a 0 dalla Roma all'Olimpico si indignò sostenendo che i giallorossi avrebbero dovuto rallentare, dimenticando che la miglior forma di rispetto per l'avversario è il massimo impegno in ogni circostanza. Molti anni fa, quando il tennis non era ancora uno sport popolare, c'era la pessima abitudine che un giocatore, in vantaggio per 6-0, 5-0 concedesse un game al suo avversario per non umiliarlo. La vera umiliazione era proprio quel game regalato a partita virtualmente conclusa. Qui si inserisce Guidolin che interpreta a modo suo quel finto fair play che si è diffuso sui nostri campi. A suo tempo Guidolin si era lamentato per una rete subita dalla sua squadra (che era il Palermo) mentre un suo giocatore era a terra dichiarando che se gli fosse capitata la stessa situazione a parti invertite lui avrebbe chiesto ai suoi giocatori di subire un gol riparatore. È capitato in Lazio-Parma di domenica scorsa. Non è importante stabilire se Guidolin avesse davvero cercato di fermare i propri giocatori, credo invece che abbia fatto benissimo il Parma a cercare il gol, realizzato da Bojonov. È compito dell'arbitro fermare il gioco. In queste situazioni sbagliano quasi tutti i nostri commentatori che immancabilmente dicono: «molto sportivamente i giocatori hanno restituito il pallone alla squadra avversaria». Lasciamo l'ipocrisia negli spogliatoi!

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