Il Mondiale è il festival dei somari
NellaF1-caos di quest'anno, livellata talmente in basso da sembrare il Festival del Somaro, il passaggio dalle stelle alle stalle e viceversa è ormai tanto frequente da rappresentare la norma. Così, le qualifiche di Singapore glorificano tre piloti che due settimane fa a Monza ne avevano combinate di tutti i colori (Hamilton a muro all'ultimo giro; Vettel balbettante ottavo; Rosberg doppiato due volte dall'ultimo dei classificati) e cospargono di guano il capo di chi, invece, a Monza era passato per eroe, a cominciare dal vincitore Barrichello, che qui ha fatto fuori prima un cambio e poi la macchina e oggi partirà soltanto decimo, per finire con la Ferrari, disastrosamente tredicesima con Raikkonen (secondo a Monza) e addirittura diciottesima con Fisichella (tornato a ben 1.1 secondi di distanza dal compagno di squadra dopo averlo avvicinato a mezzo secondo in Italia). Quello che dovrebbe essere il top del top, il Mondiale del coraggio e della potenza, la quintessenza dello spettacolo sportivo, somiglia insomma sempre più a una partita di ciapanò o a un torneo di tennis in cui, nei momenti importanti, viene «il braccino» a tutti i giocatori. Una pena. Se non fosse per lo splendore delle immagini di Singapore che scintilla nella notte equatoriale verrebbe davvero voglia di spegnere il televisore o di mettere un bel film nel lettore di dvd. Non è insomma un caso se le audience tv crollano (spingendo Sky, tanto per fare un esempio, a offrire la F1 gratis a tutti i suoi abbonati), le tribune dei circuiti sono vuote e i giornali dedicano spazio al «circus» solo perché a ravvivare le cronache ci pensa quel bricconcello di Briatore. È che la gestione mosleyana ha sfasciato tutto. Anche se ci è abituato, perché quando nel 1993 passò alla Ferrari trovò Maranello in una situazione abbastanza simile, Jean Todt avrà un sacco di lavoro da fare per rimettere in piedi la baracca quando, fra un mese, prenderà il posto di Mosley sul trono mondiale dell'automobilismo. Nel frattempo, se tanto mi dà tanto, la corsa di oggi rischia di trasformarsi nel secondo tempo di quel film di Ridolini il cui primo tempo andò in onda un anno fa sulla stessa pista, fra incidenti veri, incidenti simulati, Ferrari vaganti con pompa della benzina attaccata e simili pantomime. Un altro giro di danza, mentre il Titanic della F1 affonda.