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Roma: nuove certezze e i soliti dubbi

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Claudio Ranieri

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Dal 3-3 di Palermo la Roma è tornata a casa con la consapevolezza di aver ritrovato la grinta perduta. Quella determinazione nel cercare il risultato ad ogni costo che da qualche tempo sembrava aver smarrito. La squadra abulica e sconclusionata che si è arrendeva di fronte alle prime difficoltà sembra finalmente aver lasciato il campo a quella «tignosa» voluta dal nuovo tecnico. Una dote, la determinazione, che non a caso è molto romana, proprio come lui. E forse non è un caso se fino a Palermo i quest'anno i giallorossi non avevano mai rimontato un risultato sfavorevole, ad eccezione della prima gara ufficiale della stagione col Gand all'Olimpico, in una circostanza e contro un avversario molto favorevoli. «Questi sono i risultati che mi piacciono, specie all'inizio di una storia» ha detto Ranieri dopo Palermo proprio per sottolineare la caparbietà dei suoi e la voglia di non darsi mai per vinti. La prima delle due trasferte in Sicilia di questa settimana, però, ha dimostrato anche (ancora una volta) che la difesa non regge. Quest'anno la porta della Roma è stata sempre violata e l'ultima volta che i giallorossi hanno chiuso un incontro senza subire reti risale addirittura allo 0-0 casalingo col Chievo dello scorso 3 maggio. Nelle prime 10 gare ufficiali della stagione la retroguardia giallorossa ha preso 19 gol, di cui 11 in campionato (dove è la peggiore in assoluto) e 8 in Europa League, competizione nella quale ha giocato contro avversari non irresistibili come Gand, Kosice e Basilea. È lì che Ranieri deve lavorare ancora moltissimo, anche se, come ha sottolineato lui stesso, con le partite ufficiali a distanza di tre giorni l'una dall'altra è quasi impossibile allenarsi e curare ogni dettaglio, specie alla voce «non prenderle». Dunque si andrà avanti a vista, sperando che la squadra riesca a trovare i suoi equilibri giocando. Se dietro si balla, però, lo si fa anche davanti, stavolta in senso buono. L'attacco, infatti, continua a funzionare come nel periodo di Spalletti, nel quale era sempre uno dei migliori del campionato. Nelle prime 5 giornate ha segnato 11 reti (tante quante quelle incassate), di cui 4 in casa e ben 7 in trasferta. Solo l'Inter, con 12 gol all'attivo, ha fatto meglio (6 in casa, 6 fuori). Ben 5 delle 11 reti della Roma sono nate dagli angoli o dalle punizioni di Pizarro, abilissimo nel trasformare in assist le palle inattive. Poi c'è Totti, autore di 6 passaggi-gol e di 14 reti in 10 partite ufficiali. Con quello di Palermo ne ha fatte 182 in A e ora mira alle 184 di Batistuta per entrare nella classifica dei migliori dieci cannonieri di tutti i tempi del campionato. La sua presenza in campo, per la Roma, è sempre decisiva.

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