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Lazio, il progetto invisibile

Davide Ballardini (Foto Gmt)

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Tutti i nodi vengono al pettine: quattro sconfitte e un pareggio nelle ultime cinque uscite ufficiali, poco gioco, organico ai minimi termini, ambiente rovente. La contestazione del popolo laziale esplosa durante Lazio-Parma evidenzia il momento difficile della squadra, vittima del masochismo di dirigenti e tecnico. Ballardini si è assunto la paternità dell'esclusione di Pandev, Ledesma, Stendardo, Firmani e Manfredini; ma al tempo stesso evidenzia la stanchezza della sua truppa rimpiangendo come utili rincalzi Brocchi e Rocchi, il primo talvolta alternativa di Ledesma nella passata stagione, il secondo rincalzo di Pandev. Ci sono momenti in cui bisogna schierarsi, non si può essere aziendalisti e sindacalisti al tempo stesso: o l'uno, o l'altro. Le responsabilità non sono da attribuire al nuovo allenatore, arrivato alla Lazio dopo il rifiuto di Rossi di continuare l'avventura con Lotito. La società ha portato avanti un mercato insensato, privo di peso specifico. Servivano almeno due difensori, e non sono arrivati. Anzi. Le cessioni di De Silvestri e Rozehnal hanno indebolito un reparto - a detta del suo stesso presidente - già debole. Successivamente, la decisione di mettere ai margini della prima squadra Pandev e Ledesma ha ridotto ulteriormente le scelte di Ballardini, che nella prima parte del ritiro aveva puntato decisamente sui due elementi. Poi la «folgorazione tecnica», a fine luglio. La storiella della scelta tecnica non è accettabile, non è credibile per uomini di calcio. Ma Lotito uomo di calcio non lo è mai stato, e il diesse Tare non ha ancora la giusta esperienza per tuffarsi nella giungla del calciomercato. Nonostante i trentadue giocatori in organico, la coperta è corta: inutile immaginare la considerazione che possano avere i giocatori messi ai margini nei confronti del tecnico filosocietario. Tuttavia chiamarli in causa - al di là della sconfitta sul piano politico-societario - sarebbe una prova d'umiltà che gioverebbe ai risultati della squadra. La Lazio è una grande società, con 110 anni di gloriosa storia alle spalle: i suoi tifosi, anche contro il Parma insuperabili per attaccamento e passione, non meritano altre umiliazioni del genere. E' bene che qualcuno lo tenga a mente.

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