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«È stata una partita a pallanuoto»

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NathanyaDi Porto Grinta e carattere. La lezione del «martello» Ranieri è servita solo in parte alla Roma, che riesce ad agguantare un pareggio importante a Palermo con il solito Totti. Per il capitano giallorosso è il quarto gol in campionato, il quattordicesimo in stagione. Il suo rigore evita una delusione al tecnico di Testaccio che a fine gara individua quale è stato il problema maggiore. «Il campo ha giocato un ruolo fondamentale perché tatticamente siamo stati svantaggiati. Dovevamo essere un po' più cinici nel primo tempo quando eravamo in vantaggio ed il Palermo non era entrato in partita. Nel secondo più che una partita di calcio è stata una gara di pallanuoto, ma nonostante tutto siamo stati bravi a recuperare il risultato. Io dico che se ci credi ottieni i risultati». Una Roma che ha sofferto più del dovuto Miccoli. «Lui ha funzionato alla perfezione. Abbiamo cercato di fermarlo, ma è in grande condizione. È un talento e lasciamogli fare ciò che sa fare». L'allenatore ha confermato la linea difensiva con Burdisso, ieri autore del momentaneo gol del 1-2, e Juan, ma non è una scelta definitiva. «Ho tre centrali bravi, ma in questo momento vedo Mexes un gradino sotto a livello di condizione rispetto agli altri due. Lo ripeto: lui si riprenderà il posto in nazionale figuriamoci se non lo riavrà alla Roma». Ancora una volta la difesa ha preso tre gol. «Dobbiamo migliorare. Noi siamo bravi ad attaccare gli spazi, ma dobbiamo restare più compatti. Mi sono arrabbiato domenica quando abbiamo subito un gol dalla Fiorentina, figuriamoci come sto quando ce ne fanno tre. Stiamo lavorando per voi come stanno facendo sulla Salerno-Reggio Calabria. Speriamo che io ci metta meno a sistemare le cose». A limitare i danni ci ha pensato Totti, bravo a realizzare il rigore conquistato da Okaka. «Francesco fa parte di quei giocatori che fanno la differenza. Io non gli faccio critiche, ma tutti dobbiamo essere intelligenti a fare determinate cose. Lui non deve sempre venire incontro perché ora il sistema di gioco è diverso rispetto al passato. Totti è romano come me per cui le cose gli scivolano via». Questa è la Roma di Ranieri? «Quello che ho chiesto ai giocatori mi hanno dato: la voglia di lottare il rincorrere l'avversario senza dargli la possibilità di ragionare. In questo c'è qualcosa di mio». Poi si sbilancia sui complimenti. «A Burdisso, ma anche a Motta e soprattutto ai due ragazzini Faty e Okaka, che sono entarti con la mentalità giusta. Stefano si è fatto ammonire per eccesso di generosità, ma ha vent'anni deve ancora comprarsi le scarpe da calcio e deve stare più tranquillo».

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