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Occasione Irripetibile di rilancio

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Perqualcuno è già diventato il derby dello stadio. Prima Lotito e la Lazio in vantaggio, adesso una rimonta di Rosella Sensi e della Roma che paiono vincenti. Ma al di là dei piani regolatori, dei progetti e delle aree - Aurelia e Tiberina - al di là della bontà di questi disegni e plastici che raccontano come saranno lo stadio «Franco Sensi» e quello «Delle Aquile», e perfino al di là delle beghe politiche che, viene da chiedersi: ma ne vale davvero la pena? Roma, come città, ha davvero bisogno di due stadi distinti? L'Olimpico che ha ospitato quattro mesi fa la finale della Champions, non basta e avanza? Probabilmente sì. Probabilmente nelle necessità della nostra città, due stadi sono in fondo alla lista. Ma qui stiamo parlando di due impianti di «proprietà» delle due squadre romane. Ed allora, il discorso deve essere necessariamente allargato. Oggi, in questo calcio che fa a pugni con l'esigenza di contenere i costi e la necessità di restare ai vertici, la quadratura di un bilancio può avvenire solo attraverso due strade: un miliardario tifoso (o presunto tale) oppure l'organizzazione manageriale del club. In Italia anche la seconda voce viene ridotta all'osso dalle legge lasche sul merchandising e il diritto d'autore, sull'assenza di un piano fiscale che possa agevolare rispetto - per esempio - alla Spagna, su stadi di proprietà. E qui che si sta giocando la vera partita. Lo sta facendo la Juventus. Lo vuole fare la Sampdoria, la Fiorentina, l'Udinese: dirigenti accorti, che guardano al futuro e comprendono come il bene immobile di un impianto sportivo polivalente può essere la risorsa per rendere competitivo il club a livello finanziario. Ecco, il futuro «Franco Sensi» e il futuro «Delle Aquile» potrebbero garantire a Roma e Lazio quella disponibilità finanziaria che adesso è negata. Gli avvocati del diavolo potranno dire: ma è solo un progetto per tenere saldi al comando dei rispettivi club Rosella Sensi e Claudio Lotito, due presidente non certo amati dalle rispettive tifoserie? Forse. Di sicuro, anche eventuali e futuri imprenditori interessati a Roma e Lazio non potrebbero più prescindere da uno stadio di proprietà. È l'esame di maturità per ritenere un club di calcio moderno, adeguato alle esigenze del presente e del futuro prossimo. Non cogliere quest'opportunità sarebbe come mettere un freno al possibile decollo societario delle due squadre romane.

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