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Il derby degli stadi

Rosella Sensi e Claudio Lotito

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ROMA - La Roma è pronta a presentare il nuovo stadio, la Lazio no. Un sorpasso in piena regola, confermato ieri mattina da Alemanno. Ma alla fine di una giornata paradossale Lotito incassa il dietrofront del sindaco e riapre il «derby» degli impianti. Dopo l'ok della Regione, il progetto dei Sensi per lo stadio che dovrebbe sorgere sull'Aurelia ha ricevuto l'approvazione dei tecnici del Comune. Due step burocratici che la Lazio non ha ancora completato. Strano ma vero. Fino a qualche mese fa Lotito appariva in netto vantaggio sulla Roma, impegnata a sua volta (e lo è tuttora) nella difficile impresa di uscire dalla crisi finanziaria causata dai debiti della controllante Italpetroli. Ma la Sensi, nonostante il pressing di Unicredit, è riuscita nel frattempo a portare avanti il progetto della nuova «casa» giallorossa che intende intitolare a suo padre. Lunedì ha incontrato il sindaco in Campidoglio ed è riuscita ad ottenere un'accelerazione decisiva: tra dieci giorni è prevista la conferenza di presentazione - inizialmente fissata a ieri e poi slittata - alla quale parteciperanno anche Alemanno e Marrazzo. Lotito è andato su tutte le furie leggendo queste parole del sindaco ieri mattina: «Di un progetto conosco meglio la valutazione sullo stadio e da parte nostra c'è un giudizio positivo, sull'altro (quello della Lazio, ndr) stiamo più indietro perché ci sono problemi di vincoli ed esondazioni che vanno valutati». Ma il presidente laziale è convinto di poter costruire la cittadella biancoceleste sui terreni di sua proprietà sulla Tiberina, supportato da alcune perizie e dalla prossima approvazione della legge sugli stadi in Parlamento che snellirà l'iter a cui devono attenersi i club. Dopo telefonate «bollenti» tra il Campidoglio e Formello, in serata Alemanno ha dettato una precisazione all'Ansa: «Sia per il progetto della Roma che per quello della Lazio è necessario compiere delle verifiche con la Sovraintendenza, per verificare la compatibilità con i vincoli che esistono sul territorio romano. Da questo punto di vista non ci sono progetti che stanno più avanti o più indietro». Il nodo, semmai, riguarda le unità abitative che dovrebbero sorgere attorno ai due impianti: circa 3.000 previste dai Sensi, molte di più quelle che ha in mente Lotito. Su questo punto Alemanno è stato chiaro. «La città ha bisogno di impianti, ma questo non sia l'alibi per fare cementificazioni. Per fare gli stadi non venderemo l'anima al diavolo. Sta all'amministrazione comunale e regionale vigilare che dietro questi progetti non si nascondano processi speculativi. Il progetto sarà vagliato insieme alla cittadinanza e ai tifosi. Ci vorranno dei mesi, ascolteremo tutti, perché se lo stadio non piace ai tifosi che lo facciamo a fare?».

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