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Totti, teniamocelo stretto

Francesco Totti tra i compagni di squadra (Foto Gmt)

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Ha fatto alzare in piedi i tifosi della Roma duecentotrentatre volte. Gli mancano tre gol per raggiungere Batistuta al nono posto dei marcatori di sempre in serie A. Solo quest'anno, in appena nove partite ufficiali giocate, ne ha segnati tredici. Con le ultime due perle incastonate in una prestazione favolosa contro la Fiorentina ha rialzato praticamente da solo una Roma che aveva toccato il fondo a Basilea. Eppure c'è ancora chi lo discute e rifiuta la sua maglia lanciata in curva. E chi lo lascia sulle spine. Francesco Totti è uno dei sette titolari di domenica scorsa con il contratto in scadenza a giugno. Gli altri: Julio Sergio, Cassetti, Pizarro, Perrotta, Taddei, più Burdisso che è arrivato in prestito senza diritto di riscatto. Loro possono attendere. Totti no. Il rinnovo fino al 2014 è stato scritto da tempo e custodito in un cassetto. Che anche ieri è rimasto chiuso. Il capitano, dal suo punto di vista, continua a considerare il contratto già firmato: il commercialista Leonardi attende che la Sensi, in tutt'altre faccende affacendata (ieri ha incontrato Alemanno in Campidoglio per lo stadio, ma il sindaco avrebbe chiesto altro tempo per la presentazione e l'avvio del progetto), fissi un appuntamento per mettere nero su bianco l'accordo. Doveva succedere prima dell'esordio in Europa League (30 luglio) e invece la chiamata non è ancora arrivata. Problemi? Nessuno, dicono. Ma il tempo passa e la pazienza di Totti diminuisce. Domenica prossima compirà 33 anni e da qui al 2014 dovrebbe guadagnare 5 milioni di euro netti a stagione. Troppi, secondo qualcuno. «C'è stato un momento in cui se il presidente Sensi non mi avesse fatto il contratto - ha detto nell'ultima intervista - sarebbe successa l'ira di Dio. Ora che me lo vuole fare, la gente pensa il contrario: si mettessero d'accordo e dicessero se vogliono che resto o no». Anche perché, nella seconda ipotesi, Totti sa che non faticherebbe a trovare un'altra squadra. Dopo la partita con la Fiorentina ha preferito evitare polemiche. Sul momento, non si era accorto che la maglia gli era stata tirata indietro dalla Sud. Quando l'ha saputo è rimasto amareggiato, pur sapendo da tempo che la posizione di una parte della curva nei suoi confronti è cambiata. Ieri i tifosi hanno fatto sapere che il gesto non è da intendersi contro di lui, bensì rivolto a tutta la squadra «rea» di non essere andata a salutarli a Basilea, e che anche le maglie lanciate da De Rossi e Taddei sarebbero dovute tornare indietro sulla pista d'atletica. La precisazione ha restituito un pizzico di serenità al capitano. Mentre Roma riesce a dividersi di fronte a un campione dai numeri irripetibili, l'Italia lo esalta. Perfino Capello da Londra parla a suo favore e mette in guardia Ranieri: «Totti a livello calcistico è qualche cosa di straordinario, secondo me - spiega il ct dell'Inghilterra - la sua posizione di adesso è il più vicino possibile alla porta. Qualche cosa di nuovo si può inventare ma penso che portarlo lontano dalla porta sia un delitto». O un favore ai portieri avversari. Ranieri il «pragmatico» non lo concederà. Si va avanti con la Roma di domenica scorsa. Totti accanto a Vucinic che gli apre gli spazi. Aspettando che finalmente si apra anche quel cassetto a Villa Pacelli.

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