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Juve, prove di fuga

Il gol segnato di testa da Iaquinta su assist di Camoranesi

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Mezz'ora può bastare. Per togliere al Livorno qualunque velleità di fare la voce grossa a Torino, la Juventus piazza due zampate per merito di Iaquinta e Marchisio nel primo terzo di match: partita finita e popolo bianconero a casa felice e contento, primo in classifica e a punteggio pieno dopo quattro giornate come non accadeva dal 2005-06. Anche se, è meglio dirlo subito, ancora una volta l'uomo decisivo di casa Juve si è rivelato Gigi Buffon, splendido già al 5' in uscita su Tavano e poi addirittura strepitoso su Lucarelli quando il punteggio era già sul 2-0, verso la fine del primo tempo. Per la serie: Juve decisa, pungente e piena di alternative in attacco, ma anche troppo facilmente perforabile in difesa. Non è la prima volta che accade ed è evidente che da quelle parti Ferrara debba ancora lavorare parecchio. Invece, con SuperGigi a dire di no a tutti gli attacchi toscani (anche un botta di Pulzetti deviata in angolo, pure questa sullo 0-0), c'è poi voluto poco per venir a capo di Miglionico e Diniz, difensori non certo paragonabili a Samuel e Lucio: un paio di pennellate di Camoranesi hanno così fruttato altrettanti gol: sulla prima Iaquinta ha replicato la prodezza di testa che aveva già fruttato il gol vittoria contro il Chievo, sulla seconda è stato invece morbido e vellutato il tocco sotto di sinistro di Marchisio. Uno che, partita dopo partita, cresce in personalità e dimostra sempre più che i campioncini ce li abbiamo in casa senza dovere per forza di cose andare a cercare scarponi altrove. Alla mezz'ora, insomma, il discorso appariva già chiuso anche perché lo show di Buffon non permetteva a Lucarelli di riaprire il discorso prima dell'intervallo. Momento in cui, invece e purtroppo, gli ultras si riappropriavano delle curve lasciate vuote in precedenza per protestare contro la Tessera del Tifoso: peccato che lo facessero – come è ormai triste costume – insultandosi e augurandosi le peggio cose. Nella ripresa, il solito Buffon diceva ancora no a Filippini e Lucarelli prima che Trezeguet colpisse un palo esterno e che Ferrara decidesse di cautelarsi con il 4-4-2 d'ordinanza inserendo De Ceglie per Giovinco. Più o meno stancamente si arrivava così al novantesimo: Juve prima e tranquilla, Livorno mano a mano rassegnato e pronto a risparmiare fatiche inutili a Lucarelli e Tavano.

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