Coppa Davis, l'Italia ci riprova
GENOVA - Per il 9 anno consecutivo l'Italia tenta di tornare nel tabellone principale della Davis. Da quando nel 2000 siamo stati sconfitti a Mestre dal Belgio siamo sempre stati respinti due volte dalla Croazia (nel 2001 a Roma, l'anno scorso a Dubrovnik), dalla Finlandia, dal Marocco, due volte dalla Spagna e da Israele. Nel 2003 abbiamo patito anche l'umiliazione della retrocessione in serie C perdendo dallo Zimbabwe, nel 2004 abbiamo dovuto salvare un match point a Livorno contro la Polonia per non ritrovarci nella stessa situazione. In un certo senso la situazione della nostra squadra di Davis è simile a quella dei giocatori italiani nei grandi tornei: per andare avanti abbiamo bisogno di essere fortunati nei sorteggi e questa volta ci è andata male, come quando abbiamo trovato la Spagna. Siamo vittime del disinteresse di alcuni campioni per la Coppa. Ci è capitata per due volte la Spagna che senza Nadal era stata sconfitta dalla Slovacchia a Bratislava e dalla Bielorussia a Minsk. Questa volta troviamo la Svizzera perché per il quinto anno consecutivo Roger Federer ha snobbato l'incontro di primo turno ma si è reso disponibile per lo spareggio anche se avrebbe fatto volentieri a meno, dopo la delusione per la sconfitta contro Del Potro a New York, di questo supplemento di fatica. Purtroppo la Davis è un fastidio per i giocatori più forti, rappresenta invece l'unica opportunità di visibilità per quelli che nei tornei individuali escono spesso ai primi turni. Al suo livello la Svizzera è comunque una squadra zoppa, come lo sono quelle in cui un giocatore è molto più forte dell'altro. Purtroppo il secondo giocatore svizzero, Wawrinka, numero 22, dovrebbe essere favorito nei confronti dei due nostri giocatori che valgono il numero 59 (Seppi) e 64 (Bolelli). Tuttavia le caratteristiche e i precedenti non escludono che Andreas e Simone possano battere Wawrinka (Seppi lo ha battuto 4 volte su 8 incontri) anche se questi due punti non basteranno se non riuscissimo ad aggiungervi quello del doppio, nostro eterno problema. Tutto questo perché un Federer, ancorché stanco e sfiduciato dopo la sconfitta di New York, sembra fuori dalla portata dei nostri due singolaristi, che infatti non lo hanno mai battuto. È vero che Federer è tornato mercoledì dagli Usa dopo una maratona di oltre 4 ore mentre i nostri giocatori, eliminati al primo turno a New York (come del resto anche Wawrinka) hanno avuto tutto il tempo per mettersi in regola con fuso orario e terra battuta. Il doppio è un discorso diverso anche se Federer e Wawrinka l'anno scorso hanno conquistato la medaglia d'oro a Pechino. Sarà Seppi a giocare per primo contro Wawrinka ed è un incontro molto più importante per noi perché gli svizzeri possono anche perderlo, noi no.