Arbitri, la quantità non fa la qualità
In Europa League è iniziata l'era dei «giudici di porta», ovvero dei due arbitri posizionati vicino ai pali con il compito di segnalare al fischietto centrale tutto quello di scorretto che vedono in area e aiutarlo nei casi di gol-non-gol. In Heerenveen-Sporting Lisbona, però, c'è stato un salvataggio sulla linea di un difensore dello Sporting che neanche il giudice di porta (impallato dal palo) ha saputo valutare. Eppure questi giudici possono entrare in area per vedere meglio. Il primo sestetto italiano a scendere in campo con questa formula già sperimentata agli Europei Under 19 del 2008 è stato quello composto da Tagliavento arbitro centrale, Maggiani e Di Liberatore assistenti di linea, De Marco e Morganti giudici di porta, Damato quarto uomo. La partita era Panathinaikos-Galatasaray. Nelle gare delle tre italiane in corsa c'è stato qualche episodio rilevante in quella della Roma, con uno scontro in area giallorossa tra Pizarro e Carlitos che il giudice di porta (piazzato però dall'altra parte dei pali) ha indicato come regolare; un fallo da ultimo uomo di Abraham su Vucinic che lui stesso e l'arbitro hanno valutato da giallo e non da rosso e una trattenuta su Mexes che, sempre lui, ha detto regolare. Il francese l'ha guardato e gli ha chiesto: «Ma tu che ci stai a fare?». In Lilla-Valencia, girone del Genoa, il giudice di porta russo Karasev ha fatto giustamente annullare per fuorigioco un gol dei francesi in una situazione d'area molto intricata che, forse, l'arbitro avrebbe avuto difficoltà nel valutare. In sostanza, dunque, l'esperimento va perfezionato e l'impressione è che si possa fare di più. Ad esso ha guardato con interesse anche il presidente dell'Aia Marcello Nicchi, che nella mattinata di ieri, al riguardo, aveva detto: «Se una cosa funziona la si porta avanti, altrimenti no. Certo che più occhi vedono meglio è. Tutto quello che può aiutare gli arbitri a sbagliare di meno è bene accetto». Un concetto seguito dalle parole che aprono spazi finora inimmaginabili alla tecnologia: «Mai dire mai sulla moviola in campo. Però non dipende da noi, che già la usiamo come strumento didattico. Ma se ad essa si ricorre solo per fare polemiche allora spegniamo il monitor». Una frase che non sarà piaciuta al presidente dell'Uefa Platini, fautore dell'introduzione dei giudici di porta anche perché assolutamente contrario al ricorso alla moviola durante le partite. Tanto che, nei giorni scorsi, aveva detto che in caso di esito positivo dell'esperimento in Europa League sarebbe stati proposto anche nella Champions dell'anno prossimo. Nicchi poi è tornato a parlare del campionato: «Dopo le prime tre giornate il mio giudizio sugli arbitri è positivo. Qualche errore è fisiologico».