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De Rossi carica

De Rossi

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«Questa non è una squadra malata, sembra malata ma in realtà era delusa. Le vittorie saranno la medicina più importante». Claudio Ranieri è pronto al suo esordio in Europa League. L'allenatore oggi guiderà la Roma nella sfida con il Basilea in Svizzera. A due settimane dal suo arrivo sulla panchina giallorossa è tornato a descrivere il momento che attraversano i giocatori. «La squadra è motivata, abbiamo voglia - le parole di Ranieri- abbiamo la motivazione giusta essendo in Europa. Come dice Daniele, se si indossa la maglia della Roma bisogna dare tutto, poi si può anche perdere, ma non bisogna lasciare nulla di intentato». Il Daniele a cui fa riferimento Ranieri è De Rossi, seduto al suo fianco. Per il centrocampista è arrivata l'occasione di parlare di quanto successo domenica a Siena (dove è stato insultato pesantemente dai tifosi toscani che gli hanno rivolto, su tutti, un coro riferito al suocero assassinato poco più di un anno fa). «È stata una cosa particolare legata a un discorso bruttissimo che non andava toccato - dice De Rossi - nonostante il risalto che è stato dato a quel fatto, dopo la gara sul pullman ridevo e scherzavo. Non è una tragedia, non è un dramma, andiamo avanti e lavoriamo. Quello che mi ha fatto male è successo un anno fa. A volte gli insulti fanno anche piacere perché ti caricano, ma a Siena è stata una cosa particolare». Non vuole commentare poi quanto detto da Giampaolo. «Non l'ho sentito e non mi interessa molto. Quello che ho urlato io l'hanno visto tutti. Quello che mi ha dato fastidio è stato sentire quel coro lì: io reagisco e i giocatori del Siena vanno a chiedere all'arbitro di cacciarmi. Io non l'avrei fatto, semmai avrei provato a far zittire i miei tifosi». Che intanto hanno lanciato un'iniziativa inedita: hanno deciso di autotassarsi per pagare la multa da diecimila euro comminata alla società a causa dei cori. Altro argomento caldo per De Rossi è l'addio a Spalletti a cui lui è molto legato. «Un trauma? A livello sportivo. Non è una tragedia, si lavora ora come prima. È normale che la gente con cui lavori per tanto tempo ti rimanga nel cuore, come Domenichini (vice di Spalletti), uno dei migliori che abbia avuto. Parlare troppo di Spalletti sarebbe irrispettoso per Ranieri, ma Luciano è rimasto nei nostri cuori». Poi si torna al presente e all'Europa League. «Giocare partite come quelle che giocherà l'Inter stasera piacerebbe a tutti, ma noi puntiamo a tornare in Champions. Ma ora pensiamo ad onorare questa coppa, abbiamo avuto un boom di tre anni, ora siamo tornati dove è sempre stata la Roma». Domenica all'Olimpico arriva la Fiorentina, Ranieri pensa al turn-over. Stasera spazio a Motta e Riise in difesa, con Juan in panchina. L'unico dubbio è Perrotta che ieri non si è allenato: pronto Guberti. In attacco dovrebbe partire Vucinic, al suo fianco staffetta Totti-Baptista.

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