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Ibra-Inter, la resa dei conti

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Zlatan Ibrahimovic

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MILANO Il giorno tanto atteso è arrivato: stasera l'Inter ritrova Zlatan Ibrahimovic. Una sfida con il passato, ma anche con il futuro: il Barcellona è un test importante per valutare le ambizioni dei nerazzurri, ma anche un modello di gioco, un punto di riferimento. «Loro favoriti? Non vorrei pensarlo ma è una realtà che non si può nascondere - confessa José Mourinho - Il Barca è già una scuola di calcio, mentre noi abbiamo cinque nuovi titolari e stiamo cercando una filosofia che si adatti al calcio italiano e insieme a quello europeo». Le sfide fra l'allenatore portoghese e i blaugrana, dove lavorò a inizio carriera come interprete di Bobby Robson e vice di Van Gaal, sono sempre state piuttosto calde (specialmente le ultime, quando era alla guida del Chelsea).  La partita di stasera sembra invece una gara come le altre: «Mancano il pepe e la tensione di un turno eliminatorio - sottolinea lo Special One - È soltanto una delle sei partite del girone. E, soprattutto, non è una sfida contro Ibra ma contro il Barcellona, una gara tra grandi squadre, anche se di solito la differenza la fanno le stelle». I nerazzurri (un solo dubbio di formazione, Stankovic o Muntari davanti alla difesa) dovranno tenere d'occhio Lionel Messi, ma il confronto a distanza più atteso è inevitabilmente quello tra Eto'o e Ibrahimovic (la Curva Nord ha annunciato per lui un'accoglienza senza applausi nè fischi). Chi ci ha guadagnato nello scambio? Mourinho non si sbilancia, però una cosa la dice: «I 50 milioni di euro incassati sono stati molto importanti perché ci hanno permesso di comprare Milito, Thiago Motta, Lucio e Sneijder e di costruire un progetto importante». Ma per il salto di qualità ci vuole pazienza: «Questa è una rosa molto adatta alla Champions - precisa il tecnico di Setubal - Ma servono lavoro e tempo per automatizzare il gioco e a noi il tempo manca. Chi scrive che l'Inter deve per forza vincere in Europa non capisce assolutamente nulla di calcio». Non manca però la voglia di provarci. «Esordire con il Barca può aiutarci a capire quanto valiamo - spiega capitan Zanetti - L'eliminazione dell'anno scorso con il Manchester United è stata un punto di partenza: sappiamo che è molto difficile ma vogliamo arrivare fino in fondo». E il primo passo è non subire una lezione dai maestri.

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