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Onore al merito, perché alla faccia del «non cambio il background giallorosso» della vigilia, Ranieri ha avuto il fegato di stravolgere la Roma.

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Eva bene il concetto che nella vita per vincere ci vuole anche fortuna, ma la Roma vista ieri a Siena è stata assai bruttina. Anzi, se non fosse stato per una ripresa con qualche sprazzo di gioco, l'avremmo bocciata in pieno: inguardabile a dimostrazione che il problema non era il gioco, il modulo o la condizione fisica, ma la testa di un gruppo che ha rischiato più volte di scollarsi. Ranieri ha per le mani un bel patatone bollente, ma è riuscito alla grande ad uscire indenne dalla prima partita senza scottarsi le mani. Ma è evidente che già giovedì nel primo impegno di Europa League, ma soprattutto domenica prossima in casa contro la Fiorentina, servirà un'altra Roma per bissare il successo e non ripiombare nel buio d'avvio stagione. Certo viene da pensare cosa abbia trovato il nuovo tecnico giallorosso sotto al coperchio di Trigoria al punto di spingerlo a cambiare così tanto una squadra che sembrava solo qualche mese fa perfetta. Forse proprio quel «male oscuro» che ha portato alle dimissioni di Spalletti. La cura Ranieri, seppur con beneficio d'inventario e tutti i dubbi che il successo di Siena ha lasciato nella testa dei romanisti, ha comunque funzionato. E aspettando momenti più prosperi dove filetto e crostacei addobberanno la tavola giallorossa, non resta con consolarsi con il brodino, comunque caldo, che ieri ha portato a casa i primi tre punti della stagione.

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