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"Non ho la bacchetta magica"

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SIENA - L'abbraccio collettivo di fine partita è la notizia più importante per Ranieri. La sua Roma è ancora malata ma il gruppo c'è. E gli ha regalato un esordio da brividi, «diverso da tutti gli altri che ho vissuto nella mia carriera» ammette il tecnico testaccino a fine partita. Stanco e soddisfatto, Ranieri fa il bilancio della prima gara da allenatore romanista. «Era importante fare punti e vincere soffrendo. Abbiamo incontrato un buonissimo Siena, ben organizzato. Ma non ci siamo arresi alle prime difficoltà». Due partite in una: la prima ha visto una Roma spenta, lenta e troppo coperta, poi la svolta. Più col carattere che con il gioco. Ranieri si accontenta e spiega le scelte iniziali. «Ho scelto la formazione in base al momento delicato che sta attraversando la squadra. Volevo proteggere la difesa e il portiere. Va cambiata la mentalità: non possiamo essere più così scoperti. I giocatori - prosegue l'allenatore - sono sensibili e hanno sofferto il distacco da Spalletti. Totti, De Rossi e lo stesso Mexes più degli altri. All'inizio, infatti, eravamo contratti, nervosi, abbiamo giocato con il freno a mano e senza dare profondità. Il gol del pareggio ci ha dato coraggio e i ragazzi hanno tirato fuori una grande voglia». Vucinic ha dato la svolta, perché non era in campo dall'inizio? «Mi ha detto che non se la sentiva di giocare - svela Ranieri - e l'ho portato in panchina per le sue grande qualità. Lo stesso discorso vale con Baptista: mi aveva detto che non aveva più di 50 minuti nelle gambe e il cambio era preventivato». Quindi fa un'analisi psicologica della squadra. «Questo è un buon gruppo che ha fatto molto bene negli anni passati. Adesso gli riesce difficile fare quello che prima gli veniva facile. Essere criticati è frustrante. Ogni allenatore ha le sue regole, ora devono riuscire a capire ciò che voglio io. Spalletti non riusciva più a dare stimoli ai giocatori, ora tocca a me, ma non ho la bacchetta magica». I tre punti restituiscono serenità all'ambiente. «Se avessimo perso - dice il direttore sportivo Pradè - ci avrebbero mandato all'Inferno. Anche noi dirigenti veniamo da un periodo durissimo. A fine partita alcuni giocatori nello spogliatoio sono scoppiati in un pianto liberatorio. Sembrava avessimo vinto la Coppa dei Campioni». Dal sollievo della Roma alla rabbia del Siena che si schiera compatto contro l'arbitro Damato. Secondo Giampaolo e i giocatori toscani, si è fatto condizionare dalle proteste dei giocatori della Roma. De Rossi su tutti. «Un direttore di gara - dice - deve essere libero di arbitrare e non può essere insultato per 90 minuti. La punizione del gol di Riise? Totti è stato astuto». Protesta recapitata direttamente da Giampaolo al presidente dell'Aia Nicchi in diretta televisiva. Maccarone rincara la dose: «Mexes andava ammonito prima, la sua gara sarebbe stata diversa». Per una volta i «piagnoni» sono gli altri.

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