Pugni azzurri che valgono oro
I guantoni azzurri sul tetto del mondo del pugilato. Due italiani, due ori: Roberto Cammarelle e Domenico Valentino salgono sul gradino più alto del podio ai mondiali dilettanti Aiba di Milano, regalando all'Italia la testa del medagliere a pari merito con la Russia e con un oro in più rispetto a Cuba. Cammarelle segna una storica tripletta, dopo l'oro iridato 2007 e quello olimpico di Pechino. Un'impresa la sua dedicata a moglie, figlio, e ai 4mila tifosi che lo hanno sostenuto e degna dei migliori cubani, a cui però il gigante di Cinisello Balsamo (Milano) non si paragona, perché «loro iniziano a vincere a 18 anni e io ne ho 29. Mi accontento - spiega dopo aver passato quasi due ore all'antidoping - di aver scritto una pagina del pugilato italiano. Come me non ha mai vinto nessuno». Nella sua categoria nessuno ha pugni pesanti come lui, pugni che gli sono serviti anche in finale (10-5 ai punti) contro l'ucraino Kapitonenko, eccellente incassatore. L'idea di passare al professionismo lo sfiora, ma poi ammette: «Amo fare il dilettante, e non ho avuto offerte che mi facessero cambiare idea». Con due ori mondiali e uno olimpico, l'azzurro potrebbe essere sazio. Su Londra 2012: «A gennaio penserò al futuro. Ora merito le vacanze e non vorrei partecipare alla coppa del Re a fine anno». Pesa oltre 30 chili in meno ed è un suo amico. Domenico Valentino, a 24 anni sul tetto del mondo nei leggeri dopo aver liquidato (9-4) il portoricano Josè Pedraza. Un oro, frutto di tecnica, rapidità e tattica di primo ordine. La soddisfazione arriva anche dal capo della Polizia Antonio Manganelli: «I grandi risultati sono il frutto di sacrificio, fiducia e tenuta di valori che in questo caso hanno ispirato i successi dello sport». Agli azzurri anche i complimenti del ministro Maroni, contento per «i brillanti risultati oggi ottenuti dagli uomini delle Fiamme Oro della Polizia di Stato».