Sul Golden Gala attento Campidoglio
Lanotizia, in realtà, non è nuova né sorprendente. Spesso, in passato, gli organizzatori del meeting hanno lamentato, da parte dell'Amministrazione civica, scarsità di attenzioni e di provvidenze nei confronti di una manifestazione che da anni risulta ai vertici del calendario internazionale. E spesso s'è ventilata, in verità più come provocazione che come concreto intendimento, l'ipotesi di trasferire il meglio dell'atletica mondiale dall'Olimpico alle nobili ma consunte corsie dell'Arena fatta allestire in inizi d'Ottocento da Napoleone. Ma, ora, l'ipotesi sembrerebbe acquistare credibilità per via dell'ossigeno che l'asfittica impiantistica milanese verrebbe ad acquisire in vista degli interventi collaterali previsti per l'Expo internazionale del 2015. Quanto poi a comprendere, al di là di attestazioni di circostanza, quale sia attualmente il grado di attenzione dei vertici del Campidoglio nei confronti del Golden Gala, non è percorso facile. Più facile, perché la politica non ne è esente, l'individuazione dell'atteggiamento negativo dell'amministrazione comunale verso un altro evento di atletica, la Maratona della Città di Roma, in testa, da anni, nelle classifiche nazionali, ormai decisamente avviata ai vertici mondiali e reduce da un accordo con il Governatorato di Tokyo, sottoscritto e presentato alla stampa internazionale a Berlino nell'ambito dei recenti campionati mondiali, avente come tema comune i Giochi olimpici e la figura di Abebe Bikila, vincitore delle maratone del '60 e del '64. Se di tale atteggiamento - che porterebbe al curioso parto di una maratona alternativa in altra parte della stagione e dei cui esiti si possono intuire le premesse ma non certamente le conseguenze - è facile l'individuazione, meno facile, anzi rischiosa, è la comprensione. Che farebbe il paio, stando ad altre indiscrezioni, come in vista delle celebrazioni del cinquantenario dei Giochi di Roma del 1960 s'avrebbe in animo d'istituire, in Campidoglio, un comitato presieduto dal sindaco Alemanno, quando il CONI ha già provveduto ad affidare il coordinamento delle stesse celebrazioni al membro del CIO Franco Carraro, che tutto penserebbe fuorché non tenere nel massimo conto il ruolo dell'Amministrazione comunale. L'indiscrezione, sempre che abbia consistenza l'ipotesi di una Capitale attenta a seguire l'assegnazione della sede per i Giochi del 2016 in vista di una disinvolta candidatura per l'edizione del 2020, apre il ventaglio ad una serie di riflessioni. E non tutte commendevoli, compresa l'evocazione dell'esito fallimentare registrato da Roma - tra un dispetto e l'altro, una città e l'altra, con Torino di mezzo per i Giochi invernali - per la candidatura del 2004.