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Da ultimi dei primi a primi degli ultimi

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Avesseavuto questa freddezza, questa lungimiranza e questa prontezza di riflessi anche sul mercato appena concluso, Rosella Sensi sarebbe riuscita a combinare qualcosa di buono e Spalletti sarebbe al suo posto a prescindere dalle due sconfitte in campionato. Invece l'abilità di mettere sotto contratto - risparmiando rispetto al predecessore - Claudio Ranieri si traduce in altri obiettivi. Il testaccino, romanista doc, è un signore e un gran professionista. Ed è abituato a fare di necessità virtù, a raccogliere eredità pesanti e a preparare nuovi cicli spesso vincenti. È accaduto al Cagliari, alla Fiorentina, al Valencia e al Chelsea. Il salvataggio del Parma dalla B e la preparazione dell'ambiziosa Juventus attuale sono opera sua. Cacciato dai bianconeri, che poi hanno garantito al suo successore Ferrara, un supermercato da 50 milioni di euro. Un uomo pratico che sa far rendere bene quello che ha a disposizione. La Roma in crisi di risultati ha bisogno ora proprio di questo: umiltà, basso profilo e risultati garantiti. In buona sostanza la decisione della società - è vero, Spalletti s'è dimesso, ma la pistola fumante di questo ciclo morto ammazzato è tutta della Sensi - trasforma la Roma: col tecnico di Certaldo, in memoria di quanto accaduto solo 15 mesi fa a Catania, era diventata l'ultima delle prime. Adesso, con il pragmatico Ranieri, l'uomo del 4-4-2, diventa la prima degli ultimi. Intesa come il gruppo di squadre che non pensano minimamente allo scudetto, ma nemmeno al secondo o terzo posto. Quelle per le quali il quarto posto, i preliminari di Champions, valgono uno scudetto, quelle che il centro classifica è una cuccia comoda dalla quale far partire il «sogno» di strappare qualcosa di più nobile. La metamorfosi da ultimi dei primi, a primi - si spera - degli ultimi certifica che i bei tempi sono andati. E Spalletti ha avuto il merito di non assistere da complice a questo scempio. Per quattro anni ha fatto il possibile. Poi, dopo le ultime speranze andate in frantumi, ha salutato tutti e se n'è andato. Ora una cosa è certa: con questa dirigenza il sogno di lottare da primi tra i primi sarà sempre più una utopia.

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