La Roma in mano a Claudio Ranieri
Quattro anni e sei partite dopo, la Roma saluta Luciano Spalletti. Si chiude nel modo più brusco e inatteso l'indimenticabile parentesi del tecnico toscano, al suo posto arriva Claudio Ranieri, «romano de Roma», che si prende una bella rivincita dopo il licenziamento della Juventus e corona il sogno di una vita: allenare la squadra in cui ha iniziato la carriera da calciatore e che ha sempre portato nel cuore. Ironia della sorte, è stata proprio la sconfitta contro la Juve ad accelerare il cambiamento sul ponte di comando di Trigoria. È successo tutto ieri, in una giornata infinita e tormentata, dopo che lunedì Ranieri era stato contattato dalla Sensi e aveva rescisso in un batter d'occhio il contratto che lo legava ai bianconeri e gli impediva di firmare per un'altra squadra fino al 30 settembre. Ma la Roma non poteva aspettare e l'allenatore di San Saba ha rischiato di «tasca sua», rinunciando ai soldi della Juve ancora prima di essere sicuro di un nuovo contratto. Sbarcato di prima mattina a Fiumicino (era in vacanza) e raggiunto dal suo avvocato Mattia Grassani, si è spostato subito a Villa Pacelli insieme al ds giallorosso Pradè. Lì lo aspettava la famiglia Sensi (Rosella, il marito Marco Staffoli e la madre Maria), quindi è arrivata anche la responsabile finanziaria Mazzoleni. La società, già certa delle dimissioni di Spalletti, ha proposto un accordo biennale a Ranieri, accettando anche l'arrivo del suo staff a Trigoria: il vice, un francese, Christian Damiano, il collaboratore tecnico Paolo Benetti, il preparatore atletico Riccardo Capanna (un sergente di ferro, dicono) e quello dei portieri Giorgio Pellizzari. Ma per trovare l'intesa economica si è dovuto trattare per ore. La lunga attesa di Ranieri è continuata nella sua casa ai Parioli in Via Buozzi, in compagnia della moglie Rosanna e l'avvocato Grassani. La Roma nel frattempo si è congedata ufficialmente con Spalletti, sempre a Villa Pacelli. Il toscano ha dato le dimissioni: per la società un risparmio di 7 milioni lordi, quelli che avrebbe dovuto percepire fino al 2011. Restano invece a libro paga del club giallorosso i sei collaboratori del toscano che dovranno percepire, salvo futura rescissione, un totale di 1,8 milioni netti nei prossimi due anni. È stato l'atteso allenatore ad annunciare l'addio uscendo da casa Sensi. «Mi sono dimesso», ha detto scuro in volto e talmente nervoso da urtare con la macchina un muro. È passato per Trigoria dove ha messo nero su bianco la rescissione del contratto e ha iniziato il giro dei saluti dei vari inservienti, con gli occhi lucidi. Ma libero da un peso: allenare la Roma era diventato impossibile per lui. I pochissimi tifosi presenti all'esterno gli hanno riservato un applauso quando, commosso, ha lasciato il centro sportivo dove oggi dovrebbe tornare per salutare la squadra e portare via le ultime cose. Freddo il saluto della società nelle poche righe di un comunuicato. Intanto, mentre la Sensi parlava con Totti e De Rossi a Villa Pacelli («era un problema di motivazioni, ci riscatteremo» la promessa dei due giocatori), l'avvocato Grassani ha raggiunto a sua volta il Bernardini per incontrare Pradè e la Mazzoleni: Ranieri ha chiesto un ritocco del 10% rispetto alla prima offerta per tutelare anche il suo staff che guadagnerà meno rispetto a Torino. L'accordo è arrivato in un'ora, poi ne sono servite altre due per scrivere i documenti: al tecnico va un contratto biennale con ingaggio a 1,6 milioni netti per la stagione in corso e 1,8 per la prossima. Ranieri ha voluto inserire nell'accordo dei premi piuttosto alti legati agli obiettivi raggiunti dalla squadra, rinunciando a qualcosa nello stipendio base: un segnale di come creda nelle potenzialità della Roma. Al massimo, arriverà a guadagnare 1,1 milioni netti in più all'anno: ma dovrebbe vincere tutto. Grassani, con l'accordo in tasca che verrà firmato stamattina dal tecnico prima della presentazione ufficiale (ore 12) e il primo allenamento a Trigoria, è ripartito da Fiumicino per la Puglia. Ranieri ha già parlato da romanista. «Per me è una grande soddisfazione, ma soprattutto - racconta - è il coronamento di un sogno e di un percorso professionale cominciato molti anni fa. Sono onorato e convinto di potere fare e dare il meglio per la Roma». Ieri sera la prima scelta della nuova avventura: la lista Uefa.Rispetto alla provvisoria non ci sono più Pena, Faty, Antunes, Esposito, inseriti Doni, Lobont, Burdisso e Cicinho. Nella carriera da allenatore ha vinto 1 Supercoppa europea, 1 coppa Italia, 1 Supercoppa italiana, 1 coppa di Spagna e 1 Intertoto. Nessuno ora gli chiederà lo scudetto: la società gli ha affidato la squadra per riportarla in Champions. Con il caos che regna nella Roma, dovrà fare un'altra impresa.