Sfida dal sapore d'altri tempi
L'arrivederci,con un programma ancora quasi tutto serale, è però sontuoso, con l'altra delle sole due classiche proposte dal calendario, con il derby di ieri. E dunque, impegnate in due eventi tutte e quattro le grandi protagoniste delle stagioni recenti, il gruppetto al quale tenta disperatamente di aggrapparsi la Roma, sogni di riscatto dopo l'ultimo scivolone. Non è una partita come le altre, quando all'Olimpico scende la Juventus, anche se la rivalità feroce nata negli Anni Ottanta e accentuata da polemiche spesso velenose si è un po' attenuata, da Trigoria mani tese verso inedite alleanze per non turbare l'ordine costituito. Partita dei sentimenti, l'ha definita uno Spalletti ieri in abiti aziendalisti dopo gli scontri ideologici delle ultime settimane con la proprietà, comprensibile l'intento di tenere viva la concentrazione dei suoi ragazzi. Che nell'occasione non possono pretendere il ruolo di favoriti, e questo potrebbe non essere uno svantaggio, ma hanno le armi per giocarsela alla pari, anche perché Spalletti non ha interesse a modificare schemi che hanno prodotto risultati importanti e plauso generale. Si può ripetere fino alla noia che la Roma della scorsa stagione, come quella attuale, non può affiancare alle risorse offensive una appena dignitosa affidabilità difensiva. Direbbe, il buon Mourinho: zero purtiere, zero mercatu. Vivissimo interesse aveva rivolto ieri sera la Juve al derby milanese, non avrà gioito vedendo la rivale più temuta incenerire il Milan, discreto per venti minuti, troppo poco. Gattuso, che aveva chiesto il cambio, è stato graziato da Rizzoli, soltanto giallo per il fallo da rigore su Eto'o, due minuti dopo ha scalciato Sneijder, ottimo esordio, Milan in dieci e sotto di tre gol, ripresa accademica. Non per Stankovic, capolavoro balistico. Stasera le altre sette partite, occasione per la Lazio che a Verona mira a consolidare la sua posizione di privilegio, ma il complessivo valore tecnico propone alla ribalta i duelli tra Fioretina e Palermo e tra Sampdoria e Udinese. Si sta giocando, purtroppo, su terreni ignobili, da Firenze a Bari, tanto per fare due esempi. Non ci consola il fatto che la Supercoppa Europea si sia giocata su una coltivazione di patate.