Lazio, emergenza rientrata
Qualchedubbio, molte certezze e un'unica volontà, quella di confermare quanto di buono è stato fatto in queste prime settimane: Davide Ballardini mette in guardia i suoi ragazzi in vista della sfida odierna contro il Chievo. «Nel finale del girone di andata e in tutto quello di ritorno della stagione scorsa ha fatto un grandissimo campionato - commenta l'allenatore laziale - in questa stagione sono più o meno gli stessi di quella passata, i numeri parlano a loro favore. Contro la Juve, a Torino, non sarebbero dovuti uscire sconfitti: hanno raccolto meno di quanto meritassero. Hanno giocatori di spessore come Pellissier, Bogdani, Pinzi, Luciano, ma la nostra attenzione sarà rivolta a quello che dobbiamo fare noi. Giochiamo contro una squadra altamente competitiva, ma dovremo essere concentrati su ciò che sappiamo fare». Il tecnico biancoceleste sarà costretto a rinunciare a Siviglia e Brocchi, in mezzo al campo recupera Dabo, nelle retrovie dovrà scegliere uno tra Diakitè e Radu, col rumeno favorito sul francese. Cribari e Lichtsteiner dovrebbero essere a disposizione, in avanti Rocchi in vantaggio su Cruz per un posto da titolare accanto a Zarate. Per il resto tutto confermato con Baronio in cabina di regia e Muslera tra i pali. «Sappiamo che è una partita importante - continua Ballardini - Dovremo affrontarla nel migliore dei modi per come stiamo ora. Sarà necessario avere grande attenzione, tutti dovranno essere pronti al sacrificio. Oltre alla qualità e all'organizzazione, dovremo mettere in campo qualcosa in più, dovremo essere squadra. È una partita importante che presenterà mille difficoltà: mi aspetto dai miei giocatori attenzione, qualità di gioco, massima dedizione al sacrificio». Sarà la quarta partita in dieci giorni, un tour de force che si concluderà questa sera al Bentegodi. «Dovremo abituarci a giocare con una certa frequenza, e ogni volta dovremo cercare di fare il nostro meglio. Deve essere questo il nostro atteggiamento per ottenere buoni risultati su tutti i fronti in cui - di volta in volta - saremo impegnati. Il calendario intenso per noi dovrà diventare un'abitudine».