Bandiere contro sognando il Sudafrica

Tantenovità, tanti motivi, tante attese. Ma questa sfida, gonfia di prestigio, di temi, di polemiche e ricordi, si presenta stavolta con un aspetto che non può non essere evidenziato. Il confronto tra i due simboli di queste due formazioni che diventano un simbolo più profondo e significativo di questa partita. Francesco Totti e Alessandro Del Piero non sono i rispettivi capitani. Assurgono ad un ruolo specifico che oggi, nel calcio italiano e non solo, diventa sempre più raro, addirittura unico: quello di indissolubili simboli delle rispettive squadre, quelle che vengono definite «bandiere». Impensabile immaginare Alessandro Del Piero senza un calcio in bianconero. Una vita vissuta, non priva di delusioni e di tensioni, che mai - tuttavia - mette in discussione il legame indissolubile. La Juve di questi ultimi quindici anni è Del Piero e Del Piero è la Juve. Un paradigma che per Francesco Totti acquisisce un valore se possibile ancora più forte. È vero, il benedetto contratto di prolungamento, l'ultimo della sua carriera di calciatore, non è stato ancora firmato. Ma non c'è Totti senza Roma e soprattutto, mai come adesso, non c'è Roma senza Totti. Così, il confronto tra questi due calciatori, diventa paradossalmente una immagine da conservare nella memoria futura. Due professionisti legati ad un solo simbolo, ad un unico vessillo. Un legame più forte delle ambizioni, degli sponsor, delle allettanti proposte di moltissimi club, nel corso degli anni. Due simboli che prolungano la loro ingombrante presenza ben oltre i confini delle due squadre. E assurgono ad un ruolo più internazionale, proprio nell'anno del calcio azzurro in vista di un mondiale da giocare in difesa di una Coppa vinta tre anni fa. Alessandro e Francesco ci arrivano in modi completamente diversi. Il primo gioca in una Juve ambiziosa e competitiva. E fa spesso fatica a trovare un posto da titolare, vista l'abbondanza di una rosa che - come tradizione - non congela nessuna posizione, ma mette i campioni tutti sullo stesso piano. Per il romanista questa è stata un'esatte dolce: senza medici e fisioterapisti ha dimostrato che, malgrado abbia superato con gioia i trenta anni, sia ancora un campione indiscutibile. Undici gol in cinque gare ufficiale sono fatti e non chiacchiere. Eppure, intorno a lui, questa Roma ha scartamento ridotto, si preoccupa di portare a casa un risultato positivo per non scivolare in una crisi vagamente depressiva. Al di là delle considerazioni specifiche e del fascino di questa sfida del tardo pomeriggio di oggi, Roma-Juventus è anche, meglio, soprattutto Francesco Totti di fronte ad Alessandro Del Piero. Due simboli, due bandiere, come forse - nel calcio del futuro prossimo e venturo - non ce ne saranno più.