Su Angelini la proprietà deve fare chiarezza
Sorretti dalla fede, giallorossa, i tifosi riescono ancora a intravedere qualche spiraglio di luce nel buio totale della gestione societaria. Per me è perfino difficile parlare di Francesco Angelini, che con la sua intervista al Corriere dello Sport ha suscitato reazioni a catena, la gran parte delle quali segnate dalla speranza di chi non vuole arrendersi. Difficile per la trentennale amicizia che mi lega all'industriale romano, che non influisce però sulla valutazione: incondizionata stima per un uomo sul quale non è mai pesata la minima ombra. Angelini ha ribadito, ma lo aveva sottolineato già più volte, che il suo interesse di tifoso per le sorti della Roma è rimasto inalterato, come la sua disponibilità a una partnership affidabile. Di questa persona, i vertici di Trigoria si erano permessi di dire che andava in cerca di pubblicità, per fortuna nessuno ha mai avuto dubbi sulla consistenza e sulla serietà di un impero farmaceutico che di visibilità, positiva, ne ha sempre avuta fin troppa. Particolarmente significativo mi è sembrato l'accenno alla mancata trattativa con un altro personaggio di prima grandezza in campo finanziario, come quel George Soros che ha sdegnosamente rifiutato il ruolo di comparsa nella farsa degli emiri arabi messa in scena dalla fantasia di chi era arroccato sulle sue posizioni di privilegio. Angelini ribadisce però l'esigenza di chiarezza, quelli che tutti da tempo invocano, magari con l'eccezione di chi lascia tracimare il comprensibile affetto in una sorta di involontaria complicità. Lungo il cammino intrapreso, Francesco Angelini ha trovato ostacoli di ogni tipo, in primo piano quegli istituti di credito che gestiscono la vicenda, in apparenza andando addirittura contro la loro esigenza di riscuotere crediti pesanti. Non ha incoraggiato neanche il valzer politico, animato sicuramente dalle migliori intenzioni, ma poco produttivo in relazione alla primaria esigenza di dare un assetto nuovo, con una ventata di freschezza, a un club purtroppo in pieno allarme rosso. Alla politica il romanista ha già dato, con la stagione da incubo di Ciarrapico. Più che agli affetti, è tempo che ci si rivolga alla ragione, il tifo giallorosso ha diritto a un meno precario futuro. Sottolineando però che Francesco Angelini è un uomo d'onore: e nessun Marco Antonio potrà mai convincere il popolo del contrario.