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Angelini non si arrende «Pronti 220 milioni»

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MarcoMadeddu La nuova stagione è già iniziata, ma le problematiche sembrano rimaste le stesse di quella passata. Non bastasse il rendimento della squadra, già sconfitta all'esordio contro il Genoa, a tenere banco alla Roma sono soprattutto le vicende societarie. Ieri è tornato alla ribalta il nome di Francesco Angelini, l'imprenditore farmaceutico che già nel maggio scorso aveva manifestato interesse a rilevare il pacchetto di maggioranza dell'AS Roma. In un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport-Stadio, Angelini ha ribadito la sua volontà: «Sono pronto ad acquistare la Roma, da solo o con qualcun altro, ma ci devono essere le condizioni per poterlo fare». Gli ostacoli, finora, sono sembrati insormontabili: «Non penso di dire un'eresia sostenendo che la Roma è in mano alle banche. Inoltre, mi sembra chiaro che la famiglia Sensi abbia una posizione ostruzionistica sulla cessione della società». Il piano era pronto: «La mia offerta iniziale sarebbe stata di 130 milioni per il 77% di proprietà della famiglia Sensi, più la successiva e inevitabile Opa. E questo vuole dire una valutazione totale intorno ai 220 milioni. E l'Opa non avrebbe previsto rientro, ovvero, probabilmente avrei deciso per l'uscita della Roma dalla Borsa». Angelini pensava di coinvolgere proprio Unicredit: «Avrei lasciato al Gruppo bancario la quota minoritaria. Preferivo non prendere il 100% per investire il resto nella gestione della società». Angelini, però, non ha trovato risposte: «Faccio parte di Mediobanca (l'Advaisor scelto dalla famiglia Sensi), ho il 2% delle azioni e sono ancora nel patto di sindacato. Mi sono reso disponibile in tutte le maniere. Per quattro volte hanno fatto saltare l'appuntamento per poi chiamarmi quando, sapevano, ero impegnato a Sanremo per il bridge. Inoltre, non mi hanno permesso di fare la due diligence. Solo un pazzo può fare un affare di questo tipo senza verifiche». La vicenda non è chiusa. Intanto il titolo azionario dell'AS Roma continua a subire clamorose oscillazioni. Ieri ha chiuso con un attivo del 6,97 per cento.

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