Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Tutto il testosterone della Semenya

Caster Semenya

  • a
  • a
  • a

Donna, uomo o ermafrodita, ancora Caster Semenya. Nel balletto di indiscrezioni, sospetti e accuse che hanno scritto la «commedia tragica» della sudafricana dalla vittoria negli 800 metri fino ad oggi, si aggiunge una nuova comparsa: il testosterone. Ormoni maschili tre volte superiori alla media, il triplo di quelli che una «vera donna» dovrebbe avere nel suo sangue. Così, mentre il Sudafrica si prepara ad accogliere la «Golden girl» come un'eroina, il Daily Telegraph solleva il nuovo polverone rivelando (da fonti che preferiscono restare anonime) che i risultati sul livello anomalo, nonché sospetto, di testosterone risalirebbero a test medici a cui la Semenya sarebbe stata sottoposta prima ancora dei Mondiali di Berlino. Tutto il suo Paese si stringe attorno a lei: «Caster merita il nostro sostegno per tutti gli attacchi mossi contro di lei», ha chiarito il ministro degli Interni Nkosazana-Dlamini. Un'ombra, quella gettata sulla Semenya, che stavolta si allarga fino a coinvolgere il capo-allenatore di tutta la squadra sudafricana, il tedesco Ekkart Arbeit. Il «Daily Telegraph» nota una singolare coincidenza: Arbeit, allenatore della Semenya, sarebbe lo stesso accusato in passato da Heidi Krieger (oggi Andreas) di averle somministrato dosi di ormoni maschili così massicce da trasformarla in un uomo. Un'altra storia, quella di Krieger, campionessa europea di lancio del peso nel 1986, che parla di sport raccontando il dramma di una donna oltre che di un'atleta, costretta nel 1997 ad operarsi e diventare un uomo per «finire» quella che di fatto era già un'opera completa. Se Arbeit ha sempre respinto ogni accusa di «doping genetico» e non sia del tutto chiaro il suo rapporto con Caster Semenya, la Iaaf ha comunque deciso esami supplementari. La vicenda della sudafricana è comunque tutt'altro che semplice. C'è chi parla di testosterone e chi, come Carlo Foresta, endocrinologo dell'università di Padova, suggerisce di considerare anche la questione Dna aprendo all'ennesima opzione: Caster potrebbe essere cromosomicamente un uomo, ma fenotipicamente una donna. «Una patologia che un tempo veniva definita sindorme di Morris - ha spiegato Foresta - potremmo trovarci di fronte a un individuo con i cromosomi da uomo e organi genitali da donna». Il caso Semenya diventa ufficialmente diplomatico, il parlamento sudafricano, infatti, presenterà un fascicolo di protesta alla Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite, considerando la verifica del sesso una «grave e severa violazione della privacy e dei diritti basilari». E intanto c'è addirittura chi collega il testosterone al successo delle super manager che portano la gonna, come l'ultima ricerca scientifica che arriva dagli Usa. Un Mondiale pesante quello di Caster Semenya: un oro vinto, la voglia di restituire la medaglia, l'amarezza di doversi difendere da accuse «poco sportive». Per fortuna c'è il suo Sudafrica a darle oggi il bentornata a casa, l'unico posto al mondo dove può essere semplicemente quello che è.

Dai blog