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Roma, salto nel vuoto

Luciano Spalletti

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Si riparte navigando a vista. Lo dice Luciano Spalletti, che ridimensiona subito le ambizioni della Roma e tenta di difendere la sua posizione sin dall'inizio. I giallorossi cominciano il campionato con una malinconia di fondo che coinvolge tutto l'ambiente. Esterno e interno. Alla vigilia della sfida di Genova, a Trigoria i tifosi si contano sulla punta delle dita. Compaiono, invece, altri striscioni contro Rosella Sensi. Un mix di sensazioni negative pervade il «fortino» romanista e contagia anche il tecnico. Che si ripresenta nervoso, come lo avevamo lasciato alla fine della passata stagione. La sua conferenza è fatta di attacchi più o meno sottili alla società, anche se poche ore dopo gli regalerà il secondo acquisto del mercato: Burdisso, pronto subito a giocare. Ma Spalletti ancora non ne ha la certezza e dopo un'estate all'insegna dell'aziendalismo, sbotta. «Per fissare degli obiettivi - spiega - bisogna avere una programmazione e un'organizzazione, ma noi in questo momento non siamo in grado di porci dei traguardi a lunga scadenza. Mi ricordo che un po' di tempo fa si disse navigare a vista e guardare bene cosa abbiamo davanti». Poi chiarisce: «Ora ci sono ancora troppe defezioni per delineare quale è la nostra forza, abbiamo bisogno di recuperare dei giocatori». A Genova mancheranno, oltre allo squalificato Mexes, Doni, Juan, Cicinho, Perrotta, Vucinic, Baptista e Okaka. Tonetto è partito ma non sta bene. Infortuni e mercato senza soldi da spendere: i nodi tornano subito al pettine. «Che ci mancava un centrale difensivo si sapeva da tre mesi a questa parte. Nel mercato bisogna confrontarsi anche con le altre società. Floccari, per esempio, lo avevamo seguito ma gioca nel Genoa. Non si è riusciti a prendere i parametro zero come Cruz? Dipende quanto vogliono e quanto puoi spendere a livello contrattuale. Nei numeri non ci entro, si è sempre lavorato nei parametri indicati. Evidentemente erano diversi da quelli possibili. Non mi aspetto niente, lavoro con le risorse della società. Non so perché i soldi mancano, non so neanche se è perché non siamo arrivati quarti. Ci sono squadre che negli anni precedenti non sono entrate in Champions ma a fine anno hanno fatto dei correttivi. Non faccio nessun tipo di polemica, sono constatazioni: noi per poter ambire a tornare in Champions dobbiamo recuperare dei giocatori». Il Genoa, che sta per prendere l'ex giallorosso Mancini, fa paura. «Siamo una squadra forte - aggiunge Spalletti - se riusciamo ad avere tutte le nostre componenti a disposizione, però sono forti anche gli altri e ogni anno un paio di squadre arrivano davanti a quelle più titolate. Come il Genoa, che ora è l'espressione del calcio totale, votato a far male agli avversari, qualsiasi essi siano». Figurarsi alla Roma debilitata e impaurita di questa estate. Ma basterebbero novanta minuti per cambiare le prospettive.

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